anno 840—860. 187 CAPO XVII. fìttovi combattimenti contro i saraceni e gli stavi. • Non era scorso per anco un anno, dacché i saraceni avevano recato tanto danno alla veneziana marina ; e costoro, imbaldanziti per la vittoria di allora, padroni assoluti della navigazione sul Mediterraneo, formidabili a tutte le coste meridionali dell’ Italia, ricchi per tante spoglie rapite ai popoli e alle città saccheggiate, tentarono una nuova impresa nell’ Adriatico. Vi entrarono pertanto colla loro flotta, e s’inoltrarono colle loro navi sino alle spiaggie dell’ Istria. A siffatta notizia non poterono i veneziani restarsene inoperosi, perchè la troppa vicinanza di coloro minacciava ad ogni istante le proprie lagune. Perciò il doge Pietro Tradonico unì di bel nuovo una flotta di molti vascelli, e la spedì addosso alla saracena. I veneziani la incontrarono all’ altura dell’ isoletta di Sansego, presso alle coste dell’ Istria, e subito 1’ attaccarono : fu ostinato il combattimento : i saraceni riuscirono vincitori, la disfatta per altro dei nostri non fu totale, nè così grave come la prima, che avevano avuto a Crotone. Gli storici francesi Laugier e Daru ignorarono questa nuova spedizione dei veneziani contro i saraceni, o la confusero colla precedente. Questo pertanto fu lo scontro, dopo cui avvenne, che i pirati slavi-croati di Narenta, fatti coraggiosi per la disgrazia dei veneziani, prendessero fiato a rinnovare le loro corse sull’ Adriatico, e ad inoltrarsi nelle lagune, sino ad assalire Caorle, a saccheggiarla, a incendiarla. Narra il Monacis (1), che i veneziani si batterono in mare contro costoro, dei quali era condottiero Diwiclit, e che, in conseguenza della superiorità delle forze di questi, avvenne lo sbarco sul (i) Histor., lib. XI.