anno 810—824. 141 faceva ilei casale di sant’ llario ai monaci di san Servilio; tuttavolla richiamò sul suo capo, siccome altre volte, lo sdegno e il disprezzo della nazione, per aver preso parte a secreto mene contro i dogi Partecipazi. CAPO IV. Congiura contro i dogi : misera fine del patriarca Fortunato. Imperciocché, nell’ anno 824, o, come altri dissero, nell’826, alcuni dei primarii cittadini, partigiani della caduta famiglia degli Obelerii, strinsero lega Ira loro a danno dei Partecipazi. Egli é pur vero, che nemmeno le più specchiale virtù cittadine vanno salve dagli attentali della malvagità! Entravano in questa rea cospirazione, tra gli altri, Giovanni Talonico, o Tornarico, Buono Bradanesso, o Bragadeno, ossia Bragadin, e Giovanni Monetario. La congiura fu scoperta ; ma non si poterono sorprendere che i due primi, i quali furono impiccati non lungi dalla chiesa di san Gregorio. Gli altri fuggirono, né se ne seppe la sorle. Del solo Giovanni Monetario si sa, che gli fu saccheggiala la casa, e che tulli i suoi beni furono confiscali. Egli per altro riparò in Francia presso all’ imperatore Lotario, a fine di slimolarlo, benché inutilmente, ad inimicizia contro i veneziani. INon v’ ha dubbio, che in questa cospirazione non entrasse il patriarca di Grado: n’é prova la sua fuga dall’isola di sua residenza. Alla quale, benché poco dopo facesse ritorno, vi fu non di meno un’ altra volta cacciato. Di ciò, per verità, parlano con assai di confusione e di dubbiezza le nostre cronache, particolarmente la Sagornina : ma ce ne conservarono bensì memoria gli annalisti francesi. Da questi raccogliesi, che appena Fortunato ritornò a Grado dopo la scoperta congiura, un prete di quell’ isola, che aveva nome Tiberio, andò appositamente in Francia per accusarlo di varie colpe dinanzi all’ imperatore Lodovico, e in ¡specialità di avere