1 | ~2 LIBRO 1, CAPO XXXI. Obelerio, ad ollenere il suo intento, aveva cercalo di ridestare le sopite discordie tra gli equiliani e gli eracleesi ; e vi riuscì così bene, die i due popoli non tardarono ad azzuffarsi scambievolmente con ferocissima guerra. Non entrerò ad esaminare quale delle due città sia stata la prima a muoversi contro l’altra ; perchè gli storici e le cronache ne parlano con tale strettezza ed ambiguità da non poterlo con sicurezza conoscere. Certo è, che nel canale dell’Arco, dove quelle due popolazioni s’ erano battute altra volta, ai tempi del doge Orso (1), seguì orrenda strage d’ ambe le parti, e sì che nessuna potè vantarsi d’ essere rimasta vincitrice. Nè per anco la guerra finì. All’ una e all’ altra città si associarono altre isole, quali per 1’ una e quali per 1’ altra : e iu tal modo la guerra intestina diventò universale, per cui le due rivali ne rimasero sì mal concie, che appena conservarono l’idea di città (2). Gli abitatori ne furono per allora trasferiti ad altre isole ; ed Eraclea ed Equilio, ridotte a miserabile scheletro, non sussistettero, che per lasciare ai franchi, pochi anni dopo, il barbaro vanto di averle ridotte ad un mucchio di rovine. In questo medesimo tempo; ed anzi istigatori alla rinnovazione «Ielle discordie, che finirono colla guerra intestina, di cui ho parlato ; erano ritornati in Italia il patriarca Fortunato e il vescovo olivolese. Eglino si fermarono a far giuocare le loro fila sull’ estremità del continente italico, a Mestre ed a Cainpalto ; ove potevano trattenersi con sicurezza e trattare coi veneziani del loro partito, massime nella occasione che vi si recavano ai mercati dei circonvicini villaggi. Mentr’ erano stanziati colà, seppero, clic il diacono Giovanni, intruso vescovo di Olivolo, andava incautamente vagando per quelle campagne, forse per non soffrire in città i danni della (1) Veti, nella pag. 88. (2) Ne fu sì grande l'eccidio, che molle delle antiche cronache le dissero intieramente distrutte : e con più gravi paiole Io dissero di Eraclea. 3Ia gli avvenimenti di alcuni anni dopo ci assicurano, che la loro totale distruzione fu operata dalle armate dei franchi, come fra poco dirò.