16 PREFAZIONE armi validissime ad abbattere le altrui menzogne, a difendere le azioni luminose dei nostri padri, a porre in chiaro tutta f economia della loro politica amministrazione. Il solo archivio da cui non potrò sperare sussidii, nè per questo mio nuovo lavoro, nè per 1’ altro delle mie Chiese iV Italia, è il patriarcale, del cui indescrivibile disordinamento non ha la curia ecclesiastica chi valga a riparare i danni gravissimi ; meno poi adesso, che all ignavia di chi f amministra si aggiunse T indolenza nel custodirlo, sino a lasciarsene rubare più e più fasci, che andarono poi venduti ai pizzicagnoli e ai fruttaiuoli della città ! ! ! Un avvertimento sul modo di scrivere l’istoria della Repubblica, lo trovo nel codice CDXYI della classe VII, in una lettera antica di Francesco Robortello, le cui parole opportunamente trascrivo. « L historia, egli dice, deve narrare n schiettamente et puramente, tralasciando gl’ aifetti et il r> parlare accostumato, i giudicii delle attioni et gl’ epiteli et n discorsi dechiaranti la natura et la qualità de gf huomeni. v Similmente nel dechiarare la causa d’una guerra non se gli r> conviene 1’ approvarla come giusta o riprovarla come in-n giusta. » Alle quali massime di lui, che d’ altronde ho sempre adottato in tutte le altre mie opere fin qui pubblicate, mi atterrò strettamente nello scrivere questa Storia : e sarà mio primo dovere il preferire alla forbitezza ed eleganza dello stile, a cui non valgo, la diligenza e 1 imparzialità nel dire il vero : del che mi pregio. Ed a ciò aggiungo colle parole del sullodato storiografo Foscarini (*), che nell’accingermi a sì difficile impresa « io non mi sento di tener dietro servilmente » a nessuno dei passati -, non perchè deliberatamente cerchi n di non seguire esempio, ma perchè il naturale istinto non (•) Lelt. di Marco Foscarini al marchese Scipione Malici Sul modo dì scrivere la Storia: Archivio storico italiano, voi. V, pap. 212.