a ¡vivo 810. 159 Male sopportò Giovanni l’ignominia dell’ esilio ; nè tardò guari a fuggire da Zara, e prendendo il giro lunghissimo e pericoloso della Servia, della Bosnia, della Croazia e della Germania, discese in Italia per le Alpi tirolesi, e andò a fermarsi a Bergamo. I)i là fece giungere le sue preghiere ollramonte all’ imperatore Lodovico, acciocché lo proteggesse e lo ristabilisse nel suo grado. Ma Agnello, appena n’ ebbe il primo sentore, inviò ambasciatori a Lodovico, dimandando che gli fosse consegnato Giovanni, perchè ribelle : e Lodovico mandò subito precisi ordini a Bergamo, c i veneziani lo riebbero. Allora Agnello doge lo relegò insieme con sua moglie a Costantinopoli. Uno sbaglio del Dandolo nel raccontare questo fatto indusse I’ annalista d’ Italia ad una osservazione, eli’ egli avrebbe omessa, se nella cronaca Sagornina ne avesse cercato la verità. Disse il Dandolo, che Giovanni, figlio di Agnello Partecipazio, passò dalla Dalmazia alla corte dell’ imperatore Lodovico, che Irovavasi in Bergamo (1) ; ed a questa notizia soggiunge il Muratori (2): « Sarà • un error dei copisti la menzione di Pergamo, cioè di Bergamo, » perchè Lodovico Augusto, dacché fu assunto all’ imperio non » venne più in Italia. » Ma la cronaca Sagornina fa palese l’errore del Dandolo, che di essa si valse con poca diligenza, e dice, che Giovanni s’ era ricoverato in Bergamo, c che da questa città mandò le sue preghiere all imperatore. Corretto lo sbaglio del Dandolo, cade anche 1’ osservazione del Muratori. C A P 0 111. Vanlaggi procurali alla chiesa di Grado dal patriarca Fortunato. Fortunato patriarca di Grado, siccome altrove ho narralo, aveva alfine potuto dopo quattro anni di esilio ritornare alla sua sede. (i) Qui in Pergamo erat. Cron. ilei (2) Annal. d’llal. ann. 819. Dand.