ANNO 1094. 595 C A P 0 XXVI. Le crociate. Frattanto 1’ Europa intiera, animata da straordinario entusiasmo di religione correva all’ armi : non tutti però vi correvano animati dal medesimo spirito. Per gli uomini di stato traltavasi di respingere popoli seguaci di una religione novella, i quali minacciavano d’invadere tutta la cristianità; per gli altri, si trattava di acquistare il paradiso, liberando il sepolcro del Redentore, profanato dalle immondezze degl’infedeli. Ed anche di questi non erano unanimi le intenzioni e le mire ; perchè alcuni non passarono iu Oriente, che colla vista del loro particolare interesse e colla lusinga di fissarvi la loro dimora ; altri si arrolarono a quella spedizione per non meritarsi la taccia di codardi, ed altri per leggerezza, per compagnia, per ¡starsene uniti ai loro amici e parenti. Vi si recavano anche le femmine, per non rimanere disgiunte dai loro amanti ; persino monache e solitari, annoiati della solitudine, e bifolchi stanchi dei loro lavori ; e torme eziandio di furfanti accorsero ad ingrossarne le schiere. Parlo delle famose crociate per la conquista della Terra santa. Pi’imo istigatore a tanto sconvolgimento militare e politico fu il solitario francese, che si conosce sotto il nome di Pietro eremita, sacerdote della diocesi di Amiens. Egli, rinomatissimo e venerato in ogni angolo della Francia, per la straordinaria austcrezza della sua vita, giudiziosamente attemperata colla più sincera disinvoltura, aveva fermo il disegno di liberare i santi luoghi dall’ immonda padronanza dei maomettani. Erasi recato in pellegrinaggio a Gerusalemme, ed aveva veduto una moschea di costoro fabbricala sulle fondamenta stesse della chiesa del sepolcro di Cristo ; e a quella veduta s’era infiammato di pio desiderio di togliere da quelle mani profane e da sì enorme immondezza quel venerando recinto e di