362 LIBRO III, CAPO XIX. il quale terminò col farsi monaco anch’ egli. Cotesto Maurizio era figlinolo di un altro Maurizio, figlio di Tribuno Memo, ch’era stato doge ottanta e più anni addietro. Fu in questo stesso anno, clic il doge Domenico Contarini finì la sua vila dopo averne passato quasi ventisette sul seggio ducale. Volle avere sepoltura nella chiesa di san Nicolò del Lido, fondata pochi anni addietro da lui medesimo, come s’ è veduto, in unione a Domenico Contarini, vescovo di Olivolo, ed a Domenico Marengo, patriarca di Grado. Ilo voluto ritoccare qui la fondazione di questa chiesa, per notare lo sbaglio dell’ opera municipale di Venezia e le sue lagune, ove il raccoglitore delle notizie sulle isole nostre la disse eretta nel 1244 dal doge Domenico Contarini. (1), il quale moriva nel 1070. CAPO XIX. il doge Domenico Se Ivo. Strana e insolita fu la maniera, con cui fu eletto questa volta il doge, clic doveva succedere al defunto Contarini. Perchè, radunatosi tulio il popolo sulla spiaggia del Lido, ov’ era accorso per assistere a’ funerali di quello, si alzarono gride vivissime e acclamazioni da ogni parte, le quali dicevano : Volemo dose Domenego Selvo et lo laudiamo. Questo entusiasmo popolare probabilmente era effetto delle virtuose qualità, che adornavano il Selvo, e dei suoi meriti verso la nazione, e poteva essere fors’ anco derivato da secreto maneggio dei suoi fautori, e forse dall’ uno e dall’ altro. Già lo abbiamo veduto poco dianzi impiegato nella legazione per la repubblica presso l’imperatore Arrigo 111, per la rinnovazione dei contratti di amicizia. La clamorosa proclamazione di lui insorse nel mentre che il vescovo di Olivolo pontificava nella chiesa di san Nicolò i funerali del Contarini. Il Selvo non voleva credere a cotesta (i) Voi. II, pari li, pag. 5oo.