anno 860—864. 189 ch’egli per ambizione di sovranità abbia sostituito al vescovato di Olivolo nell’863, dopo la morte del vescovo Maurizio, che dieci anni avanti era succeduto ad Orso, un suo parente Domenico, figliuolo di Giovanni Apollo. Ma tuttociò, cred’io, è dello a torlo, perché lo scrittore della cronaca Sagornina, che gli era quasi contemporaneo, e il Dandolo, che gli venne dietro, non ne fanno parola. Bensì ci dicono ambidue, clic, crescendo il malcontento del popolo per siffatte discordie, il Tradonico si vide costretto ad esiliare dalla Venezia le famiglie de’Silvii, de’Bartolani e degl’ Istoili. Le quali, trovala protezione in Francia presso l’imperatore, ottennero ben presto di ritornarsene in patria. Col decrelo dell’ esilio andava unila per lo più anche la distruzione della casa degli esiliati ; e perciò, quando queste famiglie furono richiamate, fu loro concessa licenza di fabbricarsi 1’ abitazione framezzo agli orti e ai vigneti della vasta isola di Dorsoduro. Ma non perciò le discordie e le lurbolenze cessarono : crebbero anzi quanto più occulte, lauto più vigorose. E queste sino ad ordire congiura contro la vita del doge. Secondo alcuni, il dì 13 settembre dell’ anno 864 ; e secondo altri, il giorno di Pasqua, allorché ritornava dalla visita annuale alle monache di santo Zaccaria ; certamente nell’ uscire da quella chiesa ; e non già nell’ andarvi, come dissero il Laugier e il Daru ; improvvisamente fu assalilo da alcuni scellerati, che s’ erano nascosti entro alcuni burchi di sabbia (1), presso la spiaggia della contigua laguna, ov’ é presente-mente la riva degli schiavoni. Sbucali costoro dai loro nascondigli, si scagliarono sull’ innocente vittima ; e, benché respinti in sulle prime dai soldati ducali, azzuffatisi poscia con essi e dispersili, lo trucidarono. Alcuni degli assassini, e forse i primarii, vedonsi nominati nelle antiche cronache : furono Giovanni Gradonico ossia Gradenigo (i) Lo si raccoglie da una cronaca del r4^4-» C^1 ® tra * codici dello Svajer, nella Marciana.