160 LIBRO 11, CAPO IX. un’ epoca luminosa nei lasti della nostra repubblica. Con dieci legni, carichi di ricche merci, navigavano per lo mare Mediterraneo i due summentovati veneziani, circa 1’ anno 827 ; quando una fortissima procella gli obbligò a pigliar porto in Alessandria. Ivi la pietà dei fedeli aveva eretto magnifico tempio al primo loro pro-mulgator del vangelo, san Marco ; e in esso ne custodiva con religiosa venerazione le sacre spoglie. Buono e Rustico, nella dimora che fecero di alcuni dì in Alessandria, entrarono talvolta a visitare quel tempio e a venerarvi anch’ essi il sepolcro del santo evangelista. Or avvenne, che incontratisi col monaco Staurazio e col sacerdote Teodoro, custodi di quell’ augusto santuario, s’avvidero di una palese tristezza, che occupava lo spirilo dei due religiosi, e che per la piena manifeslavasi persino sul loro volto. Ne chiesero la cagione, e seppero, che gl’ infedeli, non risparmiando a veruna cosa più sacra, spogliavano de’ preziosi marmi le chiese e li trasferivano ad ornamento dei loro palagi e delle loro immonde moschee ; sicché giustamente i due buoni religiosi temevano della distruzione altresì del tempio e dell’ altare, in cui le ossa di san Marco da tanti secoli riposavano. Fatti coraggiosi a questa notizia gli accorti veneziani, pregarono i due custodi a voler loro concedere, che, per sottrarlo a sì grave ed imminente profanazione, togliessero il corpo del glorioso evangelista e seco lo trasferissero a Venezia, donde il doge avrebbe ad essi contraccambiato il dono con sommi onori e con generosissima ricompensa. Al quale proposito non devo tacere una pia tradizione, che da rimotissima età si conservava tra i veneziani, e che fu probabilmente il principale motivo, per cui Buono e Rustico si accesero di così caldo desiderio di ottenere in dono quelle sacre spoglie. Dice cote-sta tradizione, die quando I’ evangelista san Marco recavasi da Alessandria ad Aquileja per predicarvi la fede di Cristo, una tempesta furiosa lo gittasse nelle nostre lagune, ove, approdando ad una delle isole reaitine ; e pare che fosse quella, dov’ è presente-mente la chiesa di san Francesco della Vigna ; si trattenesse per