i 82 muro xi, capo a. elenco si vede palesemente quanto ne abbiano esageralo il numero quelle cronache e quegli storici, che dissero più di cencinquanta i seguaci del Bocconio, penetrali nella sala del maggior Consiglio, mentre non furono che undici soli. E similmente le centinaia da loro segnate, che, secondo essi, aspettavano in piazza 1’ esito del tentativo di quelli, sembra che s’ abbiano a ridurre ai soli quarantadue banditi, di cui ho portato 1’ elenco. Nè reputi alcuno una strana inutilità P avere io qui inseriti quei nomi: alla precisione e chiarezza della storia giovano talvolta le minori circostanze, che a taluni sembrano inezie, ma che dagli studiosi ed esperti sono diligentemente valutate. Di più non aggiungo su questa passeggiera e dissipata congiura (1). Noterò soltanto, in occasione di essa, che il contegno della repubblica in queste e in altre simili circostanze, giustifica palesemente il detto di Carlo Cattaneo, il quale, nell’ introduzione alle notizie di Lombardia, scriveva, che « il fondamento » del governo veneto non era il terrore, ma una nobile amicizia » dei popoli. » CAPO II. Guerra contro i padovani. 11 terrore si spargeva bensì dai veneziani sui loro nemici; e sebbene fossero appena rimarginate le piaghe della sconfitta, che eglino avevano sofferto dalle armi genovesi ; tuttavia poterono con sollecitudine ritornare in campo contro altri nemici, i quali mal avevano saputo misurare tante altre volte le forze loro con quelle della repubblica. Ingelositi del potere e della ricchezza di questa, i padovani si accinsero ad un’ impresa, che loro frullò disonore e danno:-vollero assicurare il loro commercio lungh’esso il Brenta, (i) Di tutte le congiure tramate in Ve- morie Antonio Re, il cui Mss. si conserva nezia, c per conseguenza anche di questa inedito nella biblioteca Marciana, clas. \H» di Marín Bocconio, ha raccolto*alcune me-’ cod. DI.