250 LIBRO XI, CAPO XIII. Bajamonte, da cui, come da tutti gli altri, era stimata e venerata 1’ autorità del vecchio Jacopo Quirini, finse ben presto di acconsentire alla volontà di lui e di riservare ad altro momento la esecuzione del progetto ; e, destro com’ era nell’ arte del dire e del persuadere, seppe indurre al medesimo pensamento tutti i suoi colleghi. Più opportunamente poi gli accertava essere pronto a metter mano all’ impresa tostochè il bailo Jacopo avesse lascialo Venezia, per trasferirsi alla sua destinazione di Costantinopoli. CAPO XIII. Primi passi dei congiurali per V esecuzione della loro impresa. E mantenne di fatto la sua promessa ; anzi, prima ancora che Jacopo partisse per Costantinopoli, non si astenne dal tenere secrete pratiche cogli altri colleghi, con tale circospezione per altro da renderle celale a lui. E tosto eh’ egli fa partito, posero mano con tutta alacrità alla progettata impresa, assistili da numeroso stuolo di aderenti e di popolari sotto le loro bandiere aggregati. Nè fu difficile trovar proseliti, perciocché ognuno di essi per l’influenza che aveva sui popolani, potè ingaggiarne moltissimi. E per averne ancora di più stimolarono Badoero Badoer, podestà di Padova, a raccogliere aneli’ egli da quella città quanti più uomini poteva, e venire con questi opportunamente ad accrescere le forze dei collegati nel dì e nell’ ora, in cui si fossero accinti all’ impresa. Tutto ciò tramavasi con una circospezione maravigliosa, e la condotta de’ primarii congiurati fu si delicata e sì cauta, da non dar luogo al più lieve sospetto nè lasciare alla cieca fortuna la più riinota occasione di tradirli. Si presero le necessarie misure per aver armi : e di queste non erano spoglie le case dei nobili, che ne possedevano anzi parecchie sì per adornamento domestico e sì per oggetto di traffico, ned erano perciò un articolo, che destar potesse sospetti. Preparate adunque diligentemente le cose, che servir dovevano all’uopo, si fissarono il giorno e l’ora, in cui accingersi ad operare. Fu scelta la