ANNO 1311. 315 Ubertino da Carrara, Enrico Scrovegno, Marsilio Papafavai i due fratelli MacaruiTo e Bernabò de’Macaruffi, Frico de’Mali/.ii, Musato fratello dell’ abate di santa Giustina, Alberiino Musalo, due figliuoli della Zilia de’ Sanguenazzi, Pietro d’ Allechivo, Rolando da Piaz-zola, Matteo Frilardo, due monaci neri non conosciuti da lui, ed altri molti i cui nomi egli ignorava. Aggiungeva, essere slato quel dì burrascoso e di molta pioggia : esservi intervenuti due ambascia-lori di llizzardo da Camin, ed altri due, che aveva udito chiamare a nome, Nicolò Quirini e Giovanni Quirini, ecclesiastico; forse quel medesimo eh’ era stato esilialo perpetuamente (1). Rendeva conto allresi ilei discorsi tenuti in quell’adunanza : Bajamonle, cioè, avere esposto, eom’ egli e i suoi colleglli, espulsi da Venezia, erano del partito e sentimento di loro, e nutrivano ferma fiducia di potere entro venti giorni ottenere vendetta e menar macello su tulli i loro nemici, che dalla patria gli avevano scacciali; abbisognare intanto del consiglio e dell’ opera loro, per poterne trarre profitto e raggiungere a qualunque costo il suo scopo. Notava, essere arrivalo, poco prima che il Tiepolo terminasse il suo parlare, un cherico, cui ag-giugeva a sè conosciuto, il quale presentò a Bajamonle alcune lettere; averle lui ricevute ed essersi losto accommiatato dalla brigata, dichiarandosi pienamente pago e contento di quanto avessero fatto gli ambasciatori del vicario imperiale di Treviso; essere quindi partito di là sull’ istante a cavallo con un compagno similmente a cavallo e con due ragazzi a piedi, siccome vi era venuto, ed essersi avviato, non seppe dire per dove. Lui parlilo, entrarono i congregali a trattare sul modo di acconsentire alle istanze di lui, di favorirne la causa, di meritarsi la ricompensa d’ ingrandimento promesso loro da Bajamonle losloché avess’ egli conseguilo la sovranità di Venezia: vi parlarono gli ambascialori di Rizzardo da Camin, e poscia Enrico Scrovegno e Filippo Badoer da Peraga, della famiglia del podestà, eh’ era stato decapitalo 1’ anno avanti in Venezia : vi disse questo Filippo, sé essere disposto a dare ottanta uomini bene ¿1) Veci. iudieli'Q ijejla pajj.