.timo loia. 335 » a cose vili e notevoli vogliano preferire l’ amore della comunità » e degli uomini di Venezia, eh’ è sempre alla loro disposizione, c » gli onori; e che in vista ed a riguardo della repubblica di Vene- • zia vogliano licenziare dalla città di Treviso i detti traditori e le » loro famiglie, acciocché possa tra noi e loro crescere e moltipli-» carsi I’ amore, siccome fu solito, e la nostra gente possa con più » confidenza e libertà conversare, ed alle loro parti venire, siccome • n’ erano soliti quelli che in gran numero cessarono e cessano a • cagione, come s’ é detto, dell’ abbominio, in cui hanno i prelati » traditori, e per evitarne lo scandalo, e per la propria sicurezza. Im-» perciocché sebbene il voler nostro sia propenso ed ampio al bene • loro , tuttavia se giudicheranno di esaudire, come speriamo, la • nostra richiesta, ci obbligheranno più strettamente, seppur di più » fia possibile, ad adempier qualunque loro brama, e potranno il » comune e gli uomini di Treviso con più pienezza e fiducia spe- • rare da noi, come da sé stessi, luttociò che possa avere relazione • al loro bene, e ci troveranno in ogni tempo apparecchiati e di-» sposti a tutto nostro potere alla conservazione dello stalo ed al- • 1’ ingrandimento del Comune e degli uomini di Treviso e del • dislretto, più che noi fossimo per 1’ addietro ; desiderando che • si proceda in questo affare cosi, che tanta sia l’unione dell’ affel-» tuoso amore Ira noi e loro, da dover noi riputar affatto nostro il » loro sialo, ed eglino nostro il loro. * Letto nel consiglio dei Trecento la recala credenziale degli ambasciatori veneziani, nè volendo esso dichiararsi per anco disposto a condiscendere alle domande della repubblica, deliberò « che • i veneti ambasciatori lasciassero in iscritto li nomi e cognomi dei • congiurali, assicurando alli medesimi, che sopra così importante » affare sarebbe ben tosto presa qualche deliberazione, la quale • sarebbe partecipala alla repubblica col mezzo di uno dei loro » nunzj ; onde rimanevano essi legali in libertà di dimorare in Tri-» vigi o di far ritorno alla patria. » Né andò guari, che il Comune di Treviso non mandasse a Venezia un suo nunzio, Giovanni de