ANNO 1300. 21t) acciocché, levalo i interdetto c rivocala la scomunica, so ne esaminasse la questione per le vie legali e giuridiche. L’incarico di questa difficile legazione fu addossalo a Giovanni Zen, a Dolfìn Dolfino e a Pietro Quirini. Ma nel mentre che alla corte pontifìcia pendeva mi tal negozialo, crescevano in Ferrara le stragi e le rovine. Finalmente i ferraresi proposero ai veneziani un accordo, che fu accettalo il dì 27 novembre del dello anno 1308 : per esso lasciavasi ai veneziani il caslel Tedaldo col ponte e colla torre esterna; concedevasi a Salinguera, al Ramberti, ai Foiitanesì, ai Turchi, ai Pagani c a tutti gli altri fuoruscili ferraresi ogni franchigia per ritornarsene in patria : si obbligavano finalmente i ferraresi a prendere per loro podestà un veneziano; ovvero, com’ erroneamente altri spiegano (1), a rimettere in Ferrara la carica del Visdomini, che i veneziani vi avevano (2). L’ accordo ebbe anche il suo effetto : perché vi venne subito a questa carica Nicolò Quirini dalla Ca’ Grande, c dopo tre mesi Giovanni Soranzo, e poco dopo Vitale Micheli, di cui (3) hannosi documenti nel marzo dell’ anno 1309. CAPO VU. Il papa scomunica con nuova bolla i veneziani. Convien dire, che di siffatte convenzioni non avessero notizia i legati pontificai : perché il papa Clemente V, eh' era in Avignone ed ignorava tutto questo maneggio, rinnovò contro i veneziani, di sua autorità immediata, il dì 27 maggio 1309, la scomunica (1) Fontanini, Domiti, di Cornac chio, del detto mese, un Antonio da Cesena,giu-dit. I, §. 32; dif.il, §.91; e Mario Equi- dice ed accessore del podestà Vitale colo, Genealog. Estense, rass. Micheli. Ved. il Frizzi, cap. XV. del toni. (2) Ved. nella pa£. 268 del voi. II. Ili, ed il Zaccagni, nella Dissert intorno (3) In un documento, che ha relazione al domin. di Comaccft. §. 148. J Salinjfuerra, vedesi nominalo, addì ¡4