286 LIBHO XI, CAPO XIX. lo direi, siccome annualmente doveva aver luogo la pomposa processione e il sacro servizio della chiesa: nè mi saprei persuadere d’ altronde, che per una causa cotanto pubblica e grave la munificenza della repubblica veneziana decretasse la contribuzione di quella somma così meschina per una volta solamente. Si volle ricompensata inoltre la fedeltà dei confratelli della scuola della Carità, i quali avevano affrontato e disfatto, siccome dissi poco addietro, il branco de’ congiurati, che avevano preso la via di san Luca. Oltre alio stendardo, che commemorai piantato nel mezzodì quel campo e che tuttora sussiste, benché rinnovato,fu concesso al guardiano ossia al capo di quella scuola, il privilegio d’indossare la veste così detta ducale ; di stare a fianco del doge nella processione del giorno di san Vito ; di farsi accompagnare dal cancelliere della scuola, adornato anch’ esso della medesima veste ; e finalmente di avere l’intitolazione di Magnifico (1). Anche la donna, che aveva ucciso col suo mortajo 1’ alfiere di lJoemondo, fu chiamata dinanzi al doge per essere premiata del-1’ azione sua, la quale aveva fatto sciogliere così presto il temerario attentato del Tiepolo. Le fu concessa libertà di chiedere quanto meglio le fosse piaciuto ; ed ella rispose, non avere avuto in mira veruna ricompensa nell’intraprender quell’atto, soltanto aver voluto cooperare alla salvezza della patria. Ma, insistendo il doge nello stimolarla a chiedere, domandò per grazia, che ogni anno nel dì solenne di san Vito e in lutti gli altri giorni festivi della città si dovesse porre fuori di quella finestra, da cui aveva gettato il mortajo, lo stendardo di san Marco, e che i procuratori di san Marco, da cui aveva a pigione quella casa non potessero accrescerne il prezzo nè a lei, nè ai suoi discendenti. Tutto le fu concesso. Negli ultimi tempi esponevasi quella bandiera quattro sole volle all’anno : nei giorni di Pasqua, dell’Ascensione, di san Marco e di san Vito. (i) Ved. la dlssert. dello Schioppalalha: In perantiquam sacrarli tabulam grecatii ecc., del card. Bessarioue, a pag 14G.