6 LII1H0 XII, CAFO IX. e tullo il clero si regolare che secolare era soggetto, sino all’età di cui parlo, alla rispettiva autorità vescovile della diocesi a cui apparteneva. Ma quanto ai rapporti, che nella disciplina ecclesiastica legavano il clero alla politica potestà, differivano questi in molle cose dal reslo della Chiesa occidentale, e particolarmente dalle altre Chiese dell’ Italia. Imperciocché, siccome in queste nostre lagune era assai differente da tutto il resto dell’Italia la civile amministrazione ; cosi non è maraviglia, che ne fosse in molte cose dissimile altresi l’ecclesiastica. L’ elezione del patriarca di Grado e dei vescovi suoi suffraga-nei; di Torcello, cioè, di Caorle, di Mnlamocco da prima e poscia di Chioggia, di Eraclea ossia Città-nuova, di Equilio ossia Jesolo o Gesolo, e di Venezia ossia di Olivolo in origine e di Castello in progresso ; facevasi nei primi secoli dal clero insieme e dal popolo di ciascheduna delle isole della laguna. Venivano a tale scopo invitati tre vescovi, o almeno due, della provincia ecclesiastica, e questi, uniti al clero e al popolo della diocesi vacante, occupavansi della scelta. Il popolo rendeva testimonianza dei costumi di chi proponevasi ; il clero sceglieva tra i proposti il più degno ; al quale poscia il patriarca di Grado conferiva 1’ episcopale consecrazione, e il candidato giurava al patriarca medesimo fedeltà ed obbedienza. E se 1’ elezione avveniva per provvedere di pastore la metropoli-tana di Grado, esso consecravasi da! papa o da chi il papa avesse a ciò deputato. Il governo in queste elezioni non vi prendeva parte veruna, tranne che invigilava colla sua autorità, perchè non vi avvenissero tumulti o discordie a cagione dello smodato ambito o broglio dei concorrenti. Ma quando poi il patriarca di Grado o taluno dei suffraganei vescovi fosse stato eletto, era necessaria, perchè potesse entrare legittimamente al possesso delie Véndite del suo vescovato, I’ investitura che eartlerivagli il doge, siccome capo visibile della repubblica. Della mia prima asserzione si trovano molli documenti storici, che ne accertano la verità : ned è questo il luogo, che io gli abbia