anno 1297. 123 marinari. Tuttavolta non volle comparire spaventata ; cercò anzi di mostrarsi a’suoi nemici imperturbabile e coraggiosa. Invece di porre in piedi una grande flotta, che non lo avrebbe potuto, scelse di far partire piccole squadre di legni armati, per assalire con esse i genovesi in più luoghi, e costringerli a dividere le loro forze c conseguentemente indebolirli e combatterli. Queste guerre parziali erano di pochissima apparenza, ma di somma efficacia. I mercatanti stessi scorrevano coi loro navigli, armati da guerra, tutti i mari ; desolavano il commercio del nemico ; ne molestavano il litorale. Uno di questi,, Domenico Sciavo, o, come altri dissero, Sclavoni, semplice cittadino veneziano, ebbe il coraggio di accingersi a far crociera con quattro sole galere sulla costiera di Genova : vi fece di quando in quando degli sbarchi, che sparsero per quelle spiagge il terrore e la desolazione ; azzardò persino di entrare nel porlo di Genova : battere moneta colà sul molo : appiccare il fuoco ad una nave genovese, che stava già per salpare, carica di ricche merci ; e quindi uscirsene illeso. Di là fece vela verso le isole Ba-leari, ove predò ricche spoglie del nemico : poi, ritornando nelle acque della Sicilia, ne moltiplicò i danni con nuove prede, e finalmente, colmo di ricchissimo bottino, rientrò nelle veneziane lagune. A questa guerra, che durava ormai da più anni, posero fine le fazioni sanguinose di quell’ età, le quali laceravano Venezia al pari delle altre città italiane. Tutta la gentilezza di allora e l’arte cavalleresca si riducevano, o sotto di uno o sotto di altro aspetto, alle tremende inimicizie de’ghibellini e de' guelfi. Gli storici parlano di °na pace, o piuttosto di una tregua, che fece per qualche tempo •leporre le armi alle due repubbliche sì ferocemente rivali. Ne dissero mediatore, nell’ anno 1299, Matteo Visconti duca di Milano. La primaria condizione di questo contratto sarebbe stata, la restituzione dei prigionieri, e che per tredici anni (1) non fosse lecito aHc navi veneziane da guerra l’entrare nel mar Nero e nelle acque (*) Villani Giovanni, Stor di Firenze, lib. Vili, cap* 27.