1 amo 1277. 19 ue fecero i loro inviali ; per (¡uanlo s’ interessasse il pontefice a proteggerli colle sue replicale minaccie ai veneziani ; questi rimasero fermi nella loro pretesa, ned entrarono a trattare di pace finché non si furono quelli assoggettali alla primaria e fondamentale condizione, che loro imponevasi. Ed ecco in quali incertezze c tergiversazioni scorrevano in frattanto gli anni ; sicché soltanto nel-1’ anno 1281 le due nazioni vennero finalmente ad accordi di pace. CAPO II. Trattato di pace tra i veneziani § gli anconitani. Né già questa pace fu conclusa a condizioni per Ancona onorevoli, come racconta il Peruzzi ; né le fu assicurata, com’ egli dice, l’ esenzione dalle pretese gabelle. I documenti, che tuttavia esistono nel nostro archivio (1), sono irrefragabili testimonianze sempre vive e parlanti : e questi ci mostrano lutt’ allro da ciò che disse il dotto storico sunnominato. Gli anconitani infalli ; dopo lunghe trattative e scorgendosi ormai nell’ impossibilità di resistere ad un assalto generale, a cui avessero voluto accingersi e per terra e per mare gli assalitori ; elessero loro sindico o procuratore, per sottoscrivere a nome loro e del loro comune 1’ inslrumenlo della pace implorata, un Angelo Giraldi, il quale, di concerto col rappresentante del doge e della signoria di Venezia, doveva a tal uopo trovarsi in Ravenna. L’atto di cotesla procura ha la data degli 11 febbraio 1281, indizione IX, ed é conservalo lutto intiero nel suddctlo lib. IV de’ Patti, a carte 109. Nel qual medesimo libro, a carte 110, segue subito l’istru-menlo della pace, colla data di Ravenna, anno 1281, indizione IX, addì 5 marzo. Tutto il tenore del patto consiste in ciò : —- che i (0 Noi Ub. IV dei Patti, p«g. 109 t *e$.