ANNO 1310. CAPO XV. Combattimento in piazza di san Marco. Il giorno rischiarava colla sua luce gli oggetti : ma la procella intanto non cessava dal suo imperversare. Il Quii-ini colle sue schiere sbucava ormai sulla piazza : non per anco il Tiepolo, che aveva perduto tempo col suo soverchio indugiare. Perciò le genti del Giustinian poterono a tutto loro agio affrontare questa sola banda di congiurati. Il difensore ducale vibrò i primi suoi colpi contro Marco Quirini : lo ferì nella testa e lo gettò a terra : vibrò poscia altri colpi sopra il figliuolo di lui Benedetto e lo uccise. Intanto altri delle schiere ducali avevano assalilo Marco Quirini, che pur difendevansi coraggiosamente ; nè lo lasciarono se prima non lo videro estinto. Dice una cronaca, eh’ egli morendo chiedeva sempre di Bajamonte, che non s’ era pur anco veduto comparire sulla piazza. Atterrato ed ucciso il capo, non fu difficile a Marco Giustinian il disperdere lutti i congiurati, che quello seguivano : cosicché, respinta e sbaragliata una banda, ebbe agio di condurre i suoi ad affrontar la seconda, che lentamente avanzavasi, guidala da Bajamonte. Lo strepito intanto e la notizia dì quanto avveniva in piazza crasi diffusa nelle vicine contrade, e lutti i cittadini affacciandosi alle finestre interrogavano i vicini, per avere notizia dell’ avvenuto ; e quelli particolarmente che abitavano le Mercerie, ove le schiere di Bajamonte passavano, alla vista di quegli armati ed al fragore delle grida, che risuonavano per ogni parte e proclamavano i traditori, a furia di sassi e di altre robe, che gettavano dalle finestre, gli sbigottivano e vi spargevano lo scompiglio e la confusione. Bajamonte aveva avuto di già 1’ annunzio della morte del suocero Quirini e della sconfitta di quella sua schiera ; ma non perciò can-giavasi di pensiero. Egli aveva diviso in due corpi le sue truppe, ed