82 LIBRO IX, CAPO XI. Trieste, di cui facilmente s’impadronirono ; perciocché i veneziani né s’ erano curati di presidiarla, nè s’erano dati pensiero ad arrestare eolie loro forze militari un'irruzione, che avrebbe potuto portare gravissime conseguenze, non solamente nell’ Istria, ma anche nella Dalmazia. Convien dire, o che non temessero punto 1’ avversario, o che le formalità, volute a que’ tempi, prima di deliberare alcuna cosa di pubblica amministrazione, ne avessero cagionato il ritardo. Checché ne sia, certo è, che Y armata del patriarca e del conte erasi già impadronita di una considerevole porzione del-l’Istria, senza che in Venezia si fosse intrapresa veruna mossa. Ma crescendo alla fine il disordine e diventando sempre più grave l’urgenza, si formò una flotta di quante navi e vascelli trovavansi allora a Venezia, e si fece una considerevole leva di soldati, ragguagliala sulla popolazione della capitale ; sicché una terza parte di quanti v’ erano alti a portare le armi, fu costretta a marciare. Inoltre la repubblica assoldò mille ducento uomini di cavalleria e seimila di fanteria : capitano della spedizione fu stabilito Marin Morosini. Con tutte queste forze poderose andarono i nostri, circa il mese di marzo del detto anno 1284, ad assalire Trieste ; ma indarno, perché la città era assai bene difesa. Vi piantarono una bastia di rimpetto, o piuttosto vi costruirono alcuni fortini e bastioni, che servissero di trinceramento all’ armata ; e di là, tenendola assediata, incominciarono a molestarla. Intanto il patriarca, per meglio rassodarsi e rendere sicura la sua difesa contro il numeroso esercito de’ veneziani, invocò 1’ assistenza dell’ imperatore Rodolfo (1): nè questi tardò ad accordargliela. Radunò fanti e cavalli, e compose un grosso corpo di truppe, sicché 1’ armata del patriarca toccò il numero di 36000 uomini (2). Tentò questi allora una sortita generale contro le forlifìcazioni de’ veneziani, gli assalì e li costrinse ad uscire anch’ essi in campagna aperta. Il combattimento fu accanilo d’ ambe le parti, fu sanguinoso ; ma tanto fu 1’ ardore, con cui (i) Cron. Caroldo mss. della Marciana, (a) Marin Sanudo, Vite dei dogi. elas. VII, cod. CXL1, pag. a35.