ampio 1309. 225 guerra di Ferrara, a cui nel maggior Consiglio s’ era mostrato avverso il parlilo de’ Qucrini e di altri nobili, che ho nominato allorché ne parlai (1). INon così la sentono molli degli storici antichi e moderni ed anche degli eruditi viventi, i quali si studiano ili attribuirne la prima origine al famoso decreto della così detta Serrata del maggior Consiglio•; quasiché il Tiepolo abbia voluto farsi capo do’ popolari, esclusi per quella legge dalla nobiltà e dal consiglio. lo, che ho mostrato coi documenti alla mano (2), essere false ed immaginarie le asserite esclusioni, attribuite ad essa ; non ho da sprecar qui inutilmente il mio tempo a mostrare, che Bocmondo da tuli' altro spirilo era stimolato, allorché a quell’ impresa si accinse. Nonostante ne farò un qualche cenno alla sua volta : in frattanto esporrò qui le veri; é manifeste cagioni di questo memorabile avvenimento. Ho toccato già altrove di volo il caldo contrasto, eh’ era accaduto nel maggior Consiglio, allorché s’ era disputalo sugli affari della guerra di Ferrara (3) ; eil ho narralo, come Iacopo Quirini opinassi- per la restituzione di quella città al pontefice, c il doge Gradenigo insistesse per la negativa. Il calore, con che amhidue i parlili avevano sostenuto la propria opinione, gli aveva spinti altresì alle invettive e alle contumelie scambievoli, per cui gli uni gli altri si tacciarono di papisti e di ;.ntipapisti, di guelfi e di ghibellini ; e per la prima volta in Venezia si udirono questi nomi esecrati di pericolose fazioni (b). Né i nomi soltanto, ma le micidiali risse vi si videro inoltre : perché uomini armali si raccolsero dall’una e dall’ altra parte, e percorrendo le vie insultavano chiunque dichia-ravasi di contraria opinione. (i) Ved. indietro nella pag. aia e seg, così soggiunge dei veneziani : « Venetiae (i) Veti, nella pag. 147 e seg « solae prudentiam suain jierpetuo reluien- (3) Nella pag. aia. ” Ics, coniazione teterrima cartiere. Heli- (4) Mussato Alberiino, nella sua storia » quae urbes unius vel alterius factionis dell'imp. Arrigo VII, dopo ili avere dipinti n erant. n Ma dopo l’età, di cui scrivo, gli orrori di queste due memorande fazioni, non più polevasi dire altrettanto. vol. 111. 29