« inno 1277—1280. 27 per conservarne il dominio. Eglino furono Tommaso Quirini, Roberto Morosini, e Pietro, nominato comunemente Pierazzo, Grade-nigo. Questi, appena vi giunsero e n’ebbero esaminata la posizione, fecero demolire le mura della città, dalla porla di san Martino sino alla porla di Busardaga ; e fecero anche atterrare alcune case, eh’ erano di Giovanni de’ Marzi, uno dei primarii istigatori alla ribellione. A ciò soltanto si ridusse tutto il rigore, con die la repubblica castigò la rivoltosa città, mentre avrebbe potuto pigliarne ben più solenne vendetta. Si contentò con sì poco di far conoscere ai giustinianopolitani la sua possanza da un Iato e la loro debolezza dall’altro. Fu poscia eletto, per decreto del maggior Consiglio, potestà e capitanio di Capodistria il summentovato Roberto Morosini, che vi era stato mandato in qualità di provveditore. 11 Laugier lo nomina erroneamente Rainiero, invece che Roberto. La caduta di Capodistria si trasse dietro quella di Montona, che ritornò senza opposizione sotto il dominio de’veneziani, c vi fu mandato podestà Marco Micheli; e poscia vi si assoggettarono altre città e castelli ; sicché in breve tutta l’Istria fu nuovamente suddita della repubblica. Così terminò allora, o piuttosto ebbe tregua il sollevamento di quella provincia, fomentato e protetto dall’ aqui-leiese prelato ; per altro, dopo di avere durato quattro anni. Tra non molto lo vedremo riprodotto e per parecchi anni continuato. Anche nell’ occasione di questa guerra, la quale combaltevasi contemporaneamente a quella di Ancona, fu stabilita una commissione o consiglio, cui il Darò, se ne avesse avuto notizia, avrebbe forse creduto una nueva istituzione del collegio de’ savi grandi ; mentre non era, siccome tutte le precedenti, nulla più che una rappresentanza, a cui erano affidati in ispecialità gli affari di questa guerra. La componevano il doge, i consiglieri e venticinque nobili di giunta. Una delle solite ridicolezze favolose del Darù, il quale si sforzò di ridurre a romanzo la storia di Venezia, fu la lui introdotta in queste luogo e nell’ occasione di avere narralo colla sua consueta