258 binilo xi, capo xri. entrare nelle lagune che nel seguente giorno. Nè già da Francesco Dandolo e da Marin Dolfino fu combattuto, ma da Ugolino Giustiniani, podestà di Chioggia ; il quale, non giunse già a Venezia, come dissero il Laugier e il Darù, nel momento della sconfitta dei congiurati e della loro fuga, nè gl’ insegui, nè fece di loro un orribile macello, ma bensì, per un contr’ordine del doge, appena seppe che doveva venire Badoer Badoero ( non Marco Badoer, come disse il Laugier ) con un drappello di padovani, si avviò ad incontrarlo ; ed incontrollo di fatto nelle lagune, ed ivi lo assalì, lo fece prigioniero e lo condusse con tutti i suoi seguaci a Venezia. Se la sbriga poi con poche parole il Laugier, mal informato fin qui ed ignaro probabilmente del resto ; sicché, dopo avere narrato, che • un’ altra truppa di congiurati ( e doveva dire la truppa » di Bajamonte, che, secondo lui, era stato invece uno dei primi a » salvarsi colla fuga, e dopo non ne parla più, se non che rammen- • tandolo come fuggito di Venezia) corse a Rialto, ruppe il ponte » e si pose in difesa ; » e dopo averci fatto comparire in mezzo Ugolino Giustiniani a piombare contro quel pugno di ribelli ed a farne un orribile macello ; chiude il suo racconto col dire : * Si corse • per tutta la città inseguendo i fuggiaschi, moltissimi ne furono » fermati e posti in ferri, ed il resto si disperse per allontanarsi da • Venezia e cercare fuori dello Stato veneziano la loro sicurezza. » Al che pria di giungere ci resta ancora molto cammino da percorrere. CAPO XVI. Resistenza di Bajamonte : sua resa e condanna. lo dissi in fatti nel precedente capitolo, che Bajamonte, raccolte alla meglio le disordinate sue schiere, si ritirò dalle Mercerie e passò di là del ponte di Rialto. Ivi fece rompere questo, eh' era tuttora di legno ; raccolse da quella parte del canale tutte le barche, che vi si trovavano ; si fortificò cogli alberi e colle antenne di quelle,