*8 I.IBRO IV, CAPO VI. collo spenderle negli stati imperiali e papali ; già da più secoli addietro, siccome, ho avuto occasione di ricordare altrove (1), nominando, tra le altre* la moneta veneziana d’ argento, col san Marco c col nome dell’ imperatore Lotario, nell’ anno 840, e il quarta-rolo (2), che aveva corso in Venezia prima della costruzione del ponte di barche sul canal grande, ove oggidì esiste quello magnifico di pietra, conosciuto da tutto il inondo col nome di ponte di Rialto, cioè prima dell’ anno 1180. E il Darù, scrittore della Storia della repubblica di Venezia, non sapeva questi notevoli avvenimenti di storia veneziana, e perciò scriveva non poter uomo persuadersi, che uno stato esistente già da otto secoli, non avesse per anco moneta ; ed ignorando affatto, se veramente ne avesse avuto per anco, ci regala quella sua giudiziosissima conghicttura : Sembra piuttosto che quel privilegio fosse chiesto per la moneta nuova. Ma proseguendo noi ad esaminare le parole del Sanudo, citate, senza intenderle, dal Darù; chi non vede, asserirsi dal nostro cronista, che la repubblica sino a questo giorno, cioè, sino al giorno, in cui il doge Giovanni Dandolo aveva voluto far coniare monete d’ oro, ne aveva stampato d’argento soltanto, le quali, per i privilegi del papa e deli’ imperatore, avevano potuto avere corso, oltreché negli stati veneti, anche negli stati di quelli ; c che da questo giorno in poi ne coniava di oro, le quali in vigore di quei medesimi privilegi, avrebbero similmente avuto corso negli stati dell’ imperatore e del papa ? Al che appunto si riferiscono le parole del Tiepolo, diligentissimo confutatore del Darù, ove dice : * Il senso naturale ed ovvio di questo passo si è, » che i veneziani avevano avuto de’ privilegi di battere delle mo- • liete d’ oro, d’ argento e di rame, che avessero corso anche negli • stati de’ papi e degl’ imperatori, cioè, eh’ era accordato il corso a » queste monete venete negli stati de’ suddetti principi, che fino a »•quel momento non ne avevano battute che d’argento, e che (i) Nel cap XVI drl lib ,11, pag. 186 (2) Vcd. nel voi. 11. paj 387 tlel voi. I.