a«m> i 280. 39 Né voglio passare innanzi sanza aver prima recato alcune altre notizie, benché brevissime, circa P arte vetraria e le sue differenti classificazioni ; perciocché è dessa, che per tanti secoli fu propria esclusivamente dei veneziani, nè passò ad altre nazioni se non che furtivamente o per insidioso inganno degli stranieri o per maliziosa condiscendenza di taluno dei nostri (1). Le fabbriche di vetri, secondo P ultima loro classificazione o mariegola, la quale è dell’ anno 1319, erano di quattro specie ^ fabbriche, cioè, di soffi di vetro o cristalli ; di lastre, quari, e rulli; di canna ordinaria per contcrie ; di canna pei margariteri e perleri e di pasta in pani. Da queste differenti arti derivavano, come da madri, le arti secondarie degli specchieri, dei margarita! e de’ perlai alla lucerna. Oggidì le fabbriche degli specchi, rinomatissime ne’tempi antichi, decaddero per tal guisa da doverne riputare estinta affatto tra noi P arte e l’industria. Sussistono tuttavia le fabbriche di vasellami o recipienti di vetro, e quelle di cristalli e di lastre ; non per altro in quel fiore e in quella rinomanza, in cui erano nei secoli antichi, perchè le straniere contraffazioni e i miglioramenti, che vi si fecero in Francia, in Inghilterra, in Boemia ed altrove, ce ne scemarono notevolmente il pregio e lo smercio. L’ unica manifattura del genere vetraio, che rimase propria esclusivamente di Venezia c di Murano, sono le conterie, ossia P arte de’ margariteri, perleri ecc. : la quale manifattura indarno tentarono d’imitare altre nazioni, per toglierci anche di essa P antichissimo merito e il sopravanzatoci diritto. A tre specie di operazioni riducesi il lavoro, da cui si hanno le conterie : composizione degli smalti c della canna per ottenere (i) Dice il Filiasi, nelle sue Mcm. ecc., gli olandesi e gl’inglesi e la maniera di nel cap. XXIV dell’ ediz. che porla la data «lavorare gli specchi appresero pare da Anno I della libertà italiana ; e lo w costoro sotto Carlo 1. « E dice inoltre; e dice sulla testimonianza dello storicoingle- lo attestano i registri del Consiglio de’ X ; se Giovanni Cary, il quale scrisse la Storia che « il duca di Buchingam fu quello, che del commercio della Gran Brettagna ; n sedusse alcuni operai muranesi a traspor- «•-ne a dai fuggiaschi veneziani varie chimi- n tarsi nell’ Inghilterra. * Ved. il suddetto *che operazioni, varie tinture impararono »tor. Cary.