231 Fradelle) quel suo umore bisbetico e testerec-cio. È un genere così grazioso, quieto, composto, che ci fece un gran piacere anche per la sua novità. Chi non ebbe nessuna parte nella rappresentazione, chi fu una persona affatto inconcludente, ultronea, questa fu il suggeritore, eli’ era colà nel suo buco tanto per esserci, e il cui unico ufficio limitossi a seguire cogli occhi le parole del libro, eh’ ebbe appena due o tre volte occasione di porre in bocca agli attori, e noi non ce ne siamo nè meno avveduti. Il che non ci pare ancor vero, a nói per cui il suggeritore è un personaggio d-i tanta importanza. La parte che si gustò assai poco, furono que’ canti, che senza nessuna ragione i Francesi frammettono a’ discorsi nel vaudeville. Per noi che non conosciamo 1’ effetto di quelle arie per lo più nazionali, su cui s’ acconciano i loro couplets, il diletto è perduto: molto più che i Ho Ite parole sfuggono nel canto. Il pubblico ha fatto la più lieta accoglienza a questi gentili stranieri, e dopo ciascuna commedia, volle vederli sul palco, e il campanello fece rialzare la tenda. È da sperarsi che M.r Doligny, il quale ci promise quattro sole