anno 1297. 145 Reso vano cosi il progetto dei capi della Quarantìa, fu proposto, dieci giorni dopo, un’ altra legge poco dissimile dalla precedente; ed anche questa fu rigettata, precisamente perchè la maggioranza sentiva ribrezzo all’insidia, che vi si nascondeva sotto; di spegnere, cioè, ed abolire nel governo di Venezia ogni avanzo di democrazia, per sostituirvi una intiera e piena aristocrazia. Erano gli ultimi sforzi, cred’ io, che andava facendo, per conservarsi in vita, 1’ agonizzante democrazia (1). CAPO XII. Legge della così detta Serrata del Maggior Consiglio. Continuarono le cose, per altri dieci anni, nel modo stesso di prima, finché sul seggio ducale era salito, in luogo del defunto Giovanni Dandolo sì fermamente attaccato alla democrazia, il dogo Pierazzo Gradeuigo, che all’ aristocrazia piuttosto si mostrava inclinato. Le prime sue operazioni circa la riforma del maggior Consiglio incominciarono l'anno 1293: egli, a’26 di settembre, propose e fu accettata una legge, per cui stabilivasi, che in quel-1’ anno si scegliessero « quattro elettori, due di qua e due di là del > canale ; che la scelta di questi fosse ad arbitrio e da qualunque • luogo, secondo il solito ; eh’ eglino tosto ne dovessero accettare (i) Anche di questa trascrivo il testo * eos de Majori Consilio debeant appro- originale, ch’è nel sunnominato libro Fra- » bari ad unum ad unum cum D. Duce et pag. ai6. — u 1286 ; 16 Octobris— v Consiliariis et Consilio Rogatorum et 11 Cuín proponerctur pars de eligendis il- n Quadraginta per majorem partera eorum ^ !is He majori Consilio, que iuferius con- n qui ad hoc fuerint congregati et postKa- tinetur, et pars alia de stare firmi. Pars " lendas Aprili* eligantur alii tres eodem * autem, que proponebatur, erat hec, quod « modo et forma qui sint usque ad festum ” eligantur tre* electores per rodulum de « s. Michaelis. etc n ” Majori consilio et illi qui eligentur per