\ Mimo X, CAPO Till. CAPO Vili. Nuovo combattimento dei veneziani coi genovesi ai Dardanelli. Pace scambievole. Formarono i veneziani una seconda flotta di venticinque navi, della quale diedero il comando a Marco Baseggio, con ordine di recarsi a difendere le colonie dell’ Arcipelago, su cui avrebbero potuto ad ogni istante rovesciare i genovesi tutto il furore della loro rabbia. Questa flotta non potè porsi alla vela che nella primavera seguente; cioè, nella primavera dell’anno 1298. Al quale proposito devo notare una delle solile inesattezze del Laugier e del Darù: il primo ne segnò T anno 1296, 1’ altro il 1294. Nè fu inutile la precauzione dei veneziani. In sull’ aprire della primavera stessa, anche una flotta di Genova si vide scorrere le acque dell’ Arcipelago, ed incontratasi colla nostra in faccia a Gallipoli, nell’ imboccatura dello stretto de’ Dardanelli, la sfidò tosto a battaglia. E la nostra ne accettò la sfida. Fu la zuffa ostinata e sanguinosa, quanto quella di Curzola; ma non ebbe meno infelice riuscita pei veneziani. Delle loro venticinque galere, sedici perirono preda delle fiamme o fatte prigioniere dai nemici : le altre si salvarono qua e colà nei varii porti della repubblica lungh’ esso il Golfo. Nè qui si arrestarono le vittorie de’genovesi. Perchè, quando videro il mare affatto sgombro da ogni forza navale de’ veneziani, fecero vela alla volta di Candia : vi eseguirono uno sbarco e saccheggiarono per la seconda volta la città della Canea. Per tante sconfitte sì vicine e sì gravi, la repubblica veneziana si trovava in estreme angustie, ned era in grado di rialzare sì presto la fronte abbattuta : nonché ripigliare 1’ offensiva, neppure le bastavano le rimaste forze per rimettersi sulla difesa. Più di cento navi aveva ella perduto, oltre a molte migliaia di soldati e di