Ii2 LIBRO IX, CAPO VI. C A P 0 VI. Serie degli avvenimenti del dogato di Giovanni Dandolo. E(1 eccomi, dopo questa lunga digressione, a ripigliare il filo della mia storia. Le saggic determinazioni del novello doge e !e vicende del tempo suo ci vennero tramandate, quasi con ordine cronologico dal benemerito nostro Sanudo. E primieramente egli commemora il privilegio concesso ai veneziani dal papa Nicolò III, » che i beni de’condennati per eretici e palarmi (i), sieno confi-» scati e messi nel comune, con questa condizione, che il doge sia » obbligalo di far fare le opportune inquisizioni contro questi tali, » e trovandoli farli punire, e con questo eh’ egli faccia le spese del-» l’inquisizione. » E fu intorno a questo tempo l’origine in Venezia del tribunale, che si conosce sotto un tal nome. In seguito, nel 1284, a’ 14 di agosto (2) fu decretato dal gran Consiglio, che nessuno il quale non abbia compiuto i vent’ anni di età, possa avere parte in nave in qualità di padrone. E nel dì 27 dello stesso mese (3) fu decretato, che i componenti il consiglio de’ Pregadi vi fossero nominati stabilmente a formarlo, mentre per l’addietro, siccome altrove ho narrato, erano di volta in volta invitati e pregati ad unirsi presso il doge per assisterlo coi loro suggerimenti. Ed altre regole furono formate in appresso relative a questo consiglio permanente : perchè nell’ anno stesso, il primo giorno di ottobre (4), fu decretato, che chiunque venga eletto a quel consiglio debba altresì appartenere al consiglio maggiore. Fu ingrandita, circa il medesimo tempo, la piazza di san Marco : il Sanudo soltanto dice decretata a’ k di novembre « una loggia (i) Ossia Patareni, la cui eresia iute- (3) Nel lib. cit. slava V Ilalìa appunto in questo tempo. ($) I.ib. Luna. pag. v (a) Lib. Luna del mag. Cons.pag. 3.