ANNO 1310. 237 quasiché fosse slato un traditore della patria', spogliandola di ogni sua libertà ed introducendovi e rassodandovi 1’ aristocrazia e rendendo vani gli attentati della congiura Quirino-Tiepolo. Quanto eloquenti furono le parole dell’oratore, altrettanto mancavano di fondamento ; perchè non erano appoggiate chc alla falsa opinione della supposta Serrata del gran Consiglio e dello spirito patrio, erroneamente attribuito al Tiepolo e ai suoi colleglli. Non sia discaro ai miei lettori, che io ne porti qui il brano relativo ; tanto più chc quel discorso, benché stampato nel 1797 e ristampato nel 1798, difficilmente puossi aver tra le mani. Dopo una breve introduzione di complimento al popolo di Murano, esultante e giulivo per 1’ abolita repubblica veneziana e per lo ripristinamento dell’avita libertà, cosi prosegue l’Aglietti : • Ah ! • 1’ è finalmente arriva quel zorno tanto alfretà dai voli de tulli i » patrioti, de tutti i amici dell’ umanità, in cui el Genio sacro de ■ Libertà, za da ben cinque secoli cazzà via da sti lidi dal soffio in- • fernal de una despotica Aristocrazia, el torna festoso a riveder • sle contrade, che lu solo ha creà, a beneficar sto popolo che lu » solo ha (pia radunà. Ah ! 1’ è rinato finalmente quell’albero pegno • sacro della nostra rigenerazion, all’ ombra del qual s’ha raccolto • i nostri padri, el piè del qual i ha cemenlà coi loro sudori e col » loro sangue, appendendo in lunga serie per ben olio secoli ai so ■ spaziosi rami i trofei dei despoti vinli e i frutti ubertosi dell’ in- • dustria la più ben condotta! Un tiran 1’ ha reciso nel più bel • ponto della so maturità ; ma la radise giera ben profonda e piena » lulla de sugo ; la gha podesto vegetar sordamente sotto terra per > tanti secoli, finché finalmente strapà via e distrutti dalla man be-» nefica dell’ Eroe della Franza i bronchi, i spini e le piere, sotto i » quali credeva d’ averla in eterno sepolta la tirannia, la ga tornà » a buttar un germoglio. Ah ! sì, te saludo germoglio benefico del- ■ 1’ antica pianta, sacro pegno del ricupero dei nostri dritti, della • salute della Patria, della nostra futura felicità ! Deh perché la voce ■ de un mortai no porla farse intender nel muto soggiorno dei