anno 1319. 435 ubbidisse. All’occorrenza poi della forza era destinato il bargello, che si diceva il Messer grande, assistito da’ suoi satelliti, eh’ erano i birri.— A servizio nobile del tribunale medesimo, erano stabiliti sempre quattro secretarli del senato e quattro notari ducali : questi ultimi ne compilavano i processi. La quale compilazione, siccome in tutte le altre magistrature della repubblica, cosi anche in questa dei dieci, era breve, compendiosa, senza tanta farragine di carte o lungheria di scritture. L’archivio suo aveva annesso altresì l’archivio secreto dello stato, ossia la cancelleria secreta, eh’ era perciò affidata alla sua custodia ed a cui nessun privato poteva avere accesso. Fin qui ho difeso il Consiglio dei dieci dalle calunnie degli ignoranti e degli stranieri, ed ho potuto farlo coll’ autorità incontrastabile de’ suoi registri medesimi; ora, colla sincerità di storico leale, ne dovrò esporre altresì qualche macchia, di cui trovo fondamento negli atti stessi, che mi diedero le armi a difenderlo. In essi, per verità, si trovano fatte ai decemviri offerte di avvelenarci nemici della repubblica ; e le offerte furono anche accettate. Nel che non meritano scusa veruna, se col linguaggio s’ abbia a parlare della naturale probità, di cui dovrebbesi far pregio qualunque onesto governo. Ma pur, se a ben giudicare del passato fa d’uopo risalire colle idee nostre al passato ; di una qualche scusa troverebbesi anche meritevole la veneziana politica, accettando offerte, che in quei tempi erano comuni ad ogni altro governo di Europa : sicché, se la nostra repubblica v' ebbe colpa, non ebbe più che la colpa del suo secolo. D’ altronde poi, posso con tutta ingenuità assicurare, sull’ appoggio degli atti medesimi, che mi hanno somministrato la materia all’ accusa, non essere mai avvenuto, che per ordine del Consiglio dei dieci sia stato avvelenalo chicchessia ; anzi nemmeno, che se ne sia fallo giammai il tentativo. • Che tempi » fossero quelli, dice opportunamente il dotto Sagredo (1), ne’quali (i) Stor. eh. e poi. di Ven., nella I part. del 1 voi. della Venezia e le sue lagune, pag. i57