¿(Mi LIBRO XI, CAPO IV. ammonisse ed esortasse il doge e la signoria atl astenersi dal recare aiuto in qual sj fosse maniera agli usurpatori della città di Ferrara, in onta delle pontificie giurisdizioni : ma la loro raccomandazione essere riuscita infruttuosa. Perciocché i veneziani c i chioggiotti si unirono armali a favorire il partito di Fresco contro la Chiesa romana, e con ogni sorta di guerrieri attrezzi e macchine insultarono e rispinsero i difensori dei diritti di quella. Vi si ricorda quindi il terzo monitorio, che i legati inviarono su tal proposito al doge e alla repubblica di Venezia; il quale non sortì migliore effetto dei due prccedení. Vi si dice esibita indarno dai pontificii rappresentanti la rinnovazione dei trattati di alleanza, conchiusi ne’ tempi addietro, cioè 1’ anno 4 2U0, da Gregorio di Montclongo col veneziano governo ; e vi si ricorda dipoi, che, ad onta dell’intimazione di scomunica contro chiunque avesse prestato assistenza a Fresco, i veneziani disobbedienti molestarono e combatterono con micidiali macchine e con balestre e con altre armi 1’ esercito papale, ed opposero ogni ostacolo, acciocché questo non potesse farsi padrone della città contrastata. Vi si ricorda in seguito l’ingresso dei due legati apostolici in Ferrara, e l’intimazione fatta ai rappresentanti ducali, Dolfin Dolfino, Vitale ¡Micheli, Giovanni Soranzo, Andrea Quirini, Enrico Ferro, Tommaso Miglano e...... lìocàzzi, dì restituire immediatamente alla Chiesa il castello 'fedaldo, il ponte, la v> Honophrium de Trebis predictos in pa- w Pontificatus sanctissimi Patris domini « latio curie in Ferraría, presentibus ve- r> Cleinentis Pape Quinti anno tertio,et ad « nerabilibus patribus dominis Rainaldo v> majoris roboris firmitateni eumdem noli archiepiscopo Ravennati, fratre Guidone * strum processimi sigillorum nostrorum w Ferrariensi, Roberto Bononiensi, Enrigo « fecimus munimine communiri.— Et ego n Regiensi, fratre Jacobino Mantuano et n Rainerius