1297. 169 checché per altro ne sia, certo è che il doge Perazzo Gradenigo non vide siffatta mutazione; e • quindi, come conchiude il dotto » Teutori (1), possiamo dire a ragione, che il governo sovrano di » Venezia non passò, come cianciano il Bodino ed il Cueva col • Laugier (2), ab omnibus ad paucos, ma sì bene a paucis nobilibus, » che erano li U70 in 500 nobili dell’ annuo Consiglio ad ornnes • nobiles, i quali dismessa l’annua ballottazione formarono il Consi-» glio nella guisa » che lo composero negli ultimi secoli. E, seppure un limite si voglia presumibilmente conghietturare di questo cambiamento, non mi sembra punto improbabile 1’ asserzione degli annali Magno, della cronaca inedita di Gaspare Zangarol, e di altro codice anonimo intitolato Cronica del Governo di Venetia, i quali sono d’ accordo nell’ affermare, che la ballottazione dei Quaranta continuasse sino all’ anno 1436, in cui a cagione della peste, che desolava la città, si tralasciò intieramente. É, del mio parere anche il Tentori (5), il quale anzi dichiara, d’esserne persuaso * tanto • più, che ella sembrava a quell’ epoca superflua, essendo già col ■ vigore delle molte precedenti leggi purgato il corpo nobile ari- ■ stocratico, e represso 1’ inconsiderato ardire de’ cittadini e po- ■ polani. » CAPO XIV. Ordine e sistema delle adunanze del Gran Consiglio. Due parole anche sul modo, con che si celebravano nel secolo XIV, ed in seguito, le adunanze del Consiglio Maggiore : preferisco di dirle qui, per non avere a fermarmi vi un’ altra volta. Al quale proposito non farò che trascrivere le parole del diligente Tentqri, versatissimo e studiosissimo di questa materia. « Segui- li) Luog. cit., pag. 19». altri, anche viventi * l ittori. (»( Ed io vi aggiungo con moltissimi (3) Luog. <;it. vol. m. 22