156 L’INSURREZIONE DELL’ERZEGOVINA Botto Amurat 1° l’impero serbo è caduto: sotto Murad 1° deve rialzarsi: questo è il mio deside- rio, il vostro e la volontà di Dio che la mia fa- miglia prega ed onora con tanto fervore da pa- recchi secoli. » Il bel sogno dell’ impero serbo, malgrado le brillanti vittorie, è ben lungi dall’ essere stato rea- lizzato, e gli occhi del principe Nicola si velano di lagrime quando da una palazzina che ha vicino alla frontiera ove si reca talvolta, egli spinge 10 sguardo melanconico verso i lontani monti dell’Erzegovina, che avrebbero dovuto essere il premio di tanti sacrifici.... Gl’insorti erzegovesi avevano fatto prodigi di valore contro le truppe più agguerrite che 11 Sultano aveva mandato contro di loro: tennero fermo dal maggio 1875 fino alla primavera del- l’anno seguente, quando il Montenegro si mosse. L’onore di avere iniziata la rivolta al domi- nio ottomano spetta alla piccola città di Neves- signe. Partirono di là le prime fucilate, accen- dendo mano mano tutto il paese degli altipiani di Piva sino a Trebigne, e da qui nella Sutorina vicino a Castelnuovo. Il prete Zimonich, potente di braccio e di parola, dirigeva le turbe dei vil- laggi. Indi a poco nelle schiere emerse un gio- vane di Nevessigne, Lazzaro Sociza, che per ardi-