anno 1310. 295 » Serrata, osserva qui giudiziosamente il Tentori (1), con quali » principi di giusta critica si può asserire, clic Boemondo, figlio • legittimo del doge Lorenzo Tiepolo (2), nipote dell’ illustre doge » Jacopo, il quale aveva occupato i posti più ragguardevoli della » Repubblica e die aveva in isposa una Quirini della casa Grande, » famiglia ragguardevolissima della città, rimanesse escluso dal » Consiglio, cioè degradato dalla nobiltà e ridotto a privala condi-» zione ? Dovea sapere l’erudito Sandi, clic Boemondo fu creato » membro del Consiglio delli Quaranta nell’anno 1502, come si » rileva dai pubblici registri. Ora, essendo questo consesso il » più cospicuo dopo il Consiglio maggiore, non si può intendere, » in qual guisa Boemondo fosse eletto a coprire sì distinto posto, » se fosse stata vera 1’ esclusione dal Consiglio maggiore nel 1297 » e la'privazione della patrizia nobiltà; o converrebbe dire, che » Boemondo fosse dappoi per grazia aggregato al Consiglio mag-» giorc ; ma desidererei che mi fosse presentato il decreto di que-» st’aggregazione, la (piale certamente non vi fu mai. « Ed a queste ragioni del dotto scrittore un’ altra ne aggiungerò io più decisiva e di fatto. Come potrà mai dirsi, che Bajamonte sia stato escluso dal maggior Consiglio, e conseguentemente privalo della nobiltà, in vigore della legge del 1297; mentre nei decreti posteriori del maggior Consiglio stesso, che hanno relazione alla persona di lui, per la condanna del pagamento de' 2222 iperperi, di cui alla sua volta ho parlato (3), lo si vede insignito del suo titolo di nobiltà ?=Pro facienda grafia nobili viro Bagiamonti Theupolo: etc. è detto nel decreto (4) delle calende di maggio 1501. = Avvertasi finalmente, che la congiura non fu già tra popolari e cittadini (1) Stor. Veti. lib. II, cap. I, § III. politico di Bajamonte ecc. Tlio già no- (2) Con buona pace del Tenlori, Boe- lato ancche altrove. Ved. nella pas; a3i di mondo era figlio di Jacopo, figlio legitti- questo voi. mo del doge Lorenzo Tiepolo. Questo (3) Ved. nella pag. 229. suo sbaglio, di cui s'è corretto nella po- (4) L'ho portato in annotazione, nella stenore dissertazione sul Vero carattere pag. 23o.