ANNO 1510. 291 Giambattista Colferai di Asolo, concentrò in sé anche le ragioni degli altri, e poscia, con ¡strumento del dì 9 marzo del medesimo anno, rogalo in atti dtel nolajo Giulio Bisacco, vendè ogni sua proprietà ad Elia Vivanle di Mosè da Corfù, il quale assunse l’obbligo di pagare alla fabbriceria di san Marco I’ annuo canone perpetuo, di cui ho parlalo, rimanendo invariabilmente conservata la antica denominazione veneziana di Casa e Bottega di ragione della grazia del Morter. E fu appunto dappoiché ne diventò proprietario il Vivanle, eh’ egli vi fece collocare sopra l’arco, d’ onde si entra nella calle del Cappello, una pietra, rappresentante l’antica finestra colla vecchia Lucia Rossi affacciatavi e in atto di gettare abbasso il morlajo, e 3ulla parte inferiore che rappresenterebbe la soglia del balcone, vi si legge scolpita a caratteri indorali la semplice indicazione : ADDI XV GIVGNO MCCCX. Certamente qualche cosa di più vi si avrebbe potuto porre a memoria del grande avvenimento, se il ristauro non fosse stalo eseguito in quegli anni di lutto, nei quali gemeva la patria nostra sotto il giogo della straniera oppressione. La bandiera poi, che secondo il Cicogna, si conservava nel 1830 ravvolta in un sacco di tela appiccato fra /’ una trave e l' ultra di una delle stanze, non poteva essere nel 1830, come si può ben credere, quella identica del 1310: essa era stata rinnovala nel 1740, colla spesa di cento ducati veneti (più di trecento lire italiane ) : era di seta rossa: vi si vedeva traccialo a colori, l’arco dell’Orologio, con varii guerrieri in allo di entrare in piazza, ed eravi espressa altresì la casa, dalla cui finestra aveva la Rossi precipitalo il mortajo. Questa medesima bandiera fu venduta nel 1839 dagli eredi della sunnominata Calterina Benvenuti al negoziante di anticaglie Sanquirico, da cui la comperò il veneziano Domenico Zoppetli, benemerito raccoglitore di oggetti di antichità, particolarmente pairii. Essa conservasi tuttora presso di lui, e ne fu anche pubblicato il disegno.