■ amno 1280. 31 CAPO V. Dell’ isola di Murano. Poiché m’è venuta occasione di nominare il prosperamento dcl-l’isola di Murano, non devo passar innanzi col mio racconto senza averne prima parlato alquanto. Dell’ antichità di quest’ isola, cui alcuni dissero abitala avanti Rialto, fanno testimonianza i nomi, con cui la si trova indicala nelle carie, che precedono il 1000.Amuriana la si diceva, ed Amnriano, ed anche Vico Ainuriano : e questi nomi le diedero i profughi allinati, i quali così chiamavano una delle porte della loro illustre cillà. Il cronista Sagomino la numero tra le dodici i>olc primarie delle veneziane lagune. Prima del tempo, di cui sto narrando ; ossia, prima che le fosse dato per governarla un podestà; essa aveva avuto i tribuni c, cessali questi, i gaslaldi ducali. E quanto è rimolo il principio della sua origine, altrettanto lo è la sua divisione nelle due parrocchie di san Donalo e di santo Stefano : delle quali la prima sino al giorno d’ oggi sussiste, l’altra cambiò chiesa e quindi anche titolo, ed é la parrocchia di san Pietro martire. Da ignoto tempo ebbe la chiesa di san Donalo il fonte battesimale, prerogativa esclusivamente riservala nei secoli antichi alle sole chiese cattedrali : e sullo stile appunto delle cattedrali, e secondo la disciplina ecclesiastica di quell’ età, il suo battìsterio vedesi anche oggidì fuori del tempio e contiguo ad esso. I marmi, di cui sono formati il ballislerio e la chiesa, attestano colla loro antichità, essere spoglie trasferitevi dalla caduta Aliino. Da un documento dell’ anno 999 ci è fallo noto, che questa chiesa aveva il nome di basilica ; che il vescovo di Torcello era solito a visitarla nella domenica in A/bis o nei giorni delle litanie maggiori ; che il pievano gli dava pranzo ed era obbligalo ad accompagnarlo ogni qual volta, o per la fesla di sant’ Ermagora o per la convocazione