\n.xo 1315. CAPO X. Istituzione (lei collegi e dei capitoli nelle chiese di Venezia. Alla disciplina ecclesiastica di questo secolo XIII appartiene, se non l’istituzione, che n’è più antica, la disposizione ossia il riordinamento dei collegi e dei capitoli delle nostre chiese. Imperciocché, quando alla istituzione di essi, ci fanno conoscere i documenti degli archivii nostri, che molto avanti il secolo XI erano le chiese di Venezia officiate da preti, diaconi, suddiaconi e cherici, e che ciascuna aveva i suoi proprii. « Questi preti c cherici (come osser- • va il Tentori (1) opportunamente), coadjutori, per così dire, dei » Piovani, erano ab antico ordinati titulo servitutis Ecclesiae ; ed » infatti dalla servitù della chiesa, cui erano ascritti, ritraevano e » il titolo delle loro ordinazioni e il congruo loro sostentamento. » 1 piovani adunque godevano le rendite certe e slabili, ed i mi-» nistri subalterni partecipavano de’ proventi avventizii, che deve-» nivano alla Chiesa in ragione di decime personali c di spontanee » elemosine somministrale o legale ne’ testamenli dalla pietà dei ■ fedeli. Da questo rilevasi ad evidenza il volgalo errore di quelli » che pensano essere stato dal romano pontefice Sislo V istituito » in Venezia il titolo servitutis Ecclesiae. » Né qui mi fermerò ad r ignoranza ha introdotti, lo bensì ; di cui V Austriacante imbecillità dichiarò essere usato stile di voler fare da maestro e censore a chi non è punto disposto a ricevere le mie lezioni nè a temere le mie censure (lelt. aut. del C. P. D. V. del dì iG ottobre 1848), ^arò nc^a promessa mia Storia della Chiesa di Venezia Pinti era raccolta de’ sinodi editi e inediti della nostra diocesi. Se le lezioni mie e le mie (ì) Stor. Veti., lib. I, cap. X, §. XVI. censure saranno appoggiate alla verità ed a dottrine inconstrastabili e universali ; siccome sempre è stalo mio stile; potrà soltanto lo stolto, che non ha buone ragioni da opporre, rispondermi, piuttostochè conoscere la propria imbecillità, eh’ egli non è punto disposto a ricevere le mie lezioni nè a temere le mie censure ; le quali poi non sono già mie, ina dell’ irresistibile verità.