amo 1310. 305 le quali oggidì coi documenti alla mano siamo in grado di confiture e di smentire solennemente. Lo so, che a rendere ben conosciuta la materia del consiglio dei dieci ed a porla in ogni sua parte sott’ occhio, sicché potesse rettamente venire giudicata, non basterebbero le pagine di un grosso volume, e più volumi altresì vi vorrebbero per la pubblicazione di assai documenti. Tuttavolta di quando in quando arresterò il mio passo per dar luogo a cptelle osservazioni, che la gravezza dell’ argomento e le menzogne degli ignoranti ini costringeranno di fare. Ne sia infraliamo la prima base il decreto stesso, da cui questa magistratura fu istituita. Nel giorno 10 luglio 1310 fu trallato di questo importantissimo affare nel Consiglio maggiore Vi fu proposto da prima, che se ne raccomandasse 1’ incarico al consiglio de’quindici e ai capi della Quaranta ; ma Ih proposizione non fu accellata. Perciò si propose allora di scegliere dieci savi, a cui fosse affidata pienissima potestà sull' argomento, che lanlo vivamente occupava tutti gli animi ; fossero scelli dal doge, dai suoi consiglieri, dai capi della Qiiaranlìa, e gli approvasse quindi il maggior Consiglio ; non ne potesse venire eletto più di uno per famiglia ; potesse ciascuno essere preso dalla classe de’ procuratori e da qualunque magistratura o consesso, senza che vi perdesse il suo posto. La quale proposizione fu accellata pienamente ; Iraune, che dal celo dei procuratori fosse tolto (aitino dei dieci savi progettali. La loro durata fu ristretta sino alla festa di san Michele; cioè, sino al dì 29 settembre: sicché nella sua primitiva istituzione il consiglio dei dieci non era che temporaneo, né doveva oltrepassare 1' esistenza di ottanta giorni. Nei libri della Cancelleria ducale, in cui tulli si registravano gli atti del maggior Consiglio, anche di questa saluberrima istituzione esiste 1' autentico documento ; il quale, non a foggia di decreto, come per lo più suolsi portare, ma bensì come narrazione di quanto avveniva in quel grande Consesso, vi é conservalo. Non nel libro Magnu* a faccie otto, come notò il Sagredo ; ma nel YOL. Ht. 59