•anno 1310. * 2f>i). Giovanni S tbbin. e suo figlio Pietro, Nicolò e Leonardo Dol«o, figli di Nicolò. Zuanne e INicolò Bocco da san Marzilian, Marlin Padavin da sanla Sofia. Anche parecchi sacerdoti, alcuni dei quali erano pievani, altri canonici, altri semplici preti, entravano nel numero dei congiurati. Contro di essi il vescovo di Castello fece rigorosi processi e ciascheduno assoggeltò a proporzionata condanna. Di questi similmente ci fu dai cronisti conservata la memoria, e questi aneli’ io devo perciò registrare nelle mie pagine. Tutti bensì furono condannati all’ esilio ; ma alcuni pespeluamente, ed altri per un tempo determinato. Furono banditi in perpetuo : prè (1) Giacomo Vendolin. pievano di san Toma; prè Nicolò Quirini, pievano di san Basso e canonico di Castello ; prè Marin Zorzi,' pievano di san Giacomo di Rialto e canonico di Castello; prè Nicolò Baldoin, pievano di san Simon piccolo ; prè Pietro Siamai, pievano di san Stae (2) e canonico di Castello ; prè Moranzo Reggia, pievano di san Paterniano ; prè Marco Anzin, prete di san Lio ; j»rè Zuanne Mazzaporco, di san Msrcuola (3) ; prè Zuanne Quirini, canonico di Castello ; * prg Simon da santi Apostoli ; . prè Bortolo da san Basso; prè Marco da san Giovanni Novo (4). Furono castigati per un tempo determinato questi altri : ’ • (i) Prè in linguaggio veneziano è il ti- (3) Ossia, de’ santi Ermagora e Formolo consueto a darsi ai sacerdoti, ed equi- tunato. vale al vocabolo prete. (^) Ossia, da san Giovanni in oleo. (a) Ossia, santo Eustachio.