2% libro xi, capo xx. 11 solo trovare lanla discrepanza nelle due recale serie, le quali pur si dovrebbero riputare di molta autorità, basterebbe da per sè a spargere qualche dubbio sulla verità del racconto : tutta volta non mancano prove chiarissime e solenni per attestarcene assolutamente la falsità. Una sol« varrà per tutte. 1 nomi de’ supposti cittadini aggregati alla nobiltà non esistono annoverati nei pubblici registri annuali, ove di volta in volta si notavano quanti venivano approvali ad essere od a poter essere membri del gran Consiglio; non quelli della prima e non quelli della seconda serie : e non già nel solo anno 1510, in cui si dicono aggregali, ma nemmeno in qualsiasi di tulli gli anni del secolo XIV, incominciando dal 1300 e proseguendo sino al H00. Ora, se non si trovano; anzi, se non se ne Irova neppur uno ; in tutti i registri di quel secolo, coinè si potrà ammettere per vera la notizia della immaginala ricompensa ai valorosi popolani, che nella congiura Querino-Tiepola aiutarono il partito ducale ? Un’ allra favola, derivata dalla supposta lettera del doge Gra-denigo; favola per cui palesemente si conosce, non essere nè poter essere di lui la mentitrice lettera ; ella è, che la donna, la quale gettò dalla finestra il mortaio, abbia ucciso con questo, anziché 1’ altiere di Bajamonle, siccome da cento e cento documenti siamo accertali, Bajamonle medesimo. Eppure, ammessa l’autenticità di quella lettera, se ne farebbe autore il doge medesimo. « Una donna, vi si » legge, nominata Giuslina abitante vicino alla piazza, che pestava • in un mortaio di pietra in un balcone (1), per divina volontà e » favor di san Marco, in quel ponto, che il Traditor di Bajamonle » rivolse il cavallo, volendo la donna farsi fuori alla finestra inav- • vedutamente diede del petto nel mortaro, quale miracolosamente » cadendo colpì sopra la lesta di esso traditore, quale stordito cadde » da cavallo restando subito dalle nostre genti trucidato ; e veden-» do il suo seguito estinto il loro duce, prese la fuga alla volta di ( i ) Clie cosa mai poteva ella pestare a quell'ora ancor huja e nell’imperversare dell' orrenda tempesta di quel mattino ?