axxo 1319. 411 » il Consiglio (lei dieci ha sempre goduto la sinistra fama di saper » mostrarsi affatto insensibile ad ogni sentimento di simpatia e di » umanità verso gl’ individui, per tutelare, alla loro maniera, il così » detto ben ■pubblico, che tante volte si potrebbe, senza scrupoli, » battezzare per il pubblico danno. Possibile che si debba chiamare » bene pubblico un ordine di cose affatto in opposizione alle idee • ed ai desiderii di tutti i più buoni e dei più illuminali, e che non • può mantenersi se non a costo del male di tutti ? * Bravo lo storico, che non ha documenti, e che senza documenti s’ingegna di indirizzare il lettore mila via di una ragionevole transazione (1) tra i racconti degli storici, che coi documenti alla mano dissero bene del Consiglio dei dieci, e coloro clic senza documenti ne dissero male ! 1 documenti, che ho portato, parlano da sé ; non occorre clic io ne dica di più : il veleno amaro, che stilla dalla pena dell’ignorante storiografo, più che di confutazione è degno di disprezzo. Ned è egli meno bugiardo e romanzesco nell’ esporre le forme dei processi di cotesla magistratura. Prima voglio trascrivere le costui buffonerie ; poscia, colle leggi alla mano c con sottocchio i registri del Consiglio medesimo, nc svergognerò le imposture, » Ecco, adunque, egli dice (2), come si portavano i dicci nelle loro • procedure. Non appena avevano indizio od anche solo un sospetto » di delitto, facevano secrctamcnte arrestare l’imputato e rinchiu-» dere in risposta prigione (3). Il capo di settimana avviava il pro-» cesso ; ed ogni parola veniva scrupolosamente registrata da » apposito scrittore, onde poter poscia comunicare il tutto ai col-» leghi ed averne il loro giudizio. Poi la causa era portata in pieno » Consiglio, dove i tre capi medesimi di concerto si erigevano (1) Sono sue parole,