ANNO 1292. 117 E infatti nell’ anno stesso, le venticinque galere, eh’ erano rimaste in Levante sotto gli ordini di Giovanni Soranzo, si diressero alla volta di Calia, città che anticamente era stata conosciuta col nome di Teodosia, e che da trenta e più anni era dei genovesi. Sorgeva essa in riva al canale, eh’ è tra il mar Nero e la palude Meotide. Nessuna fortificazione militare la difendeva, perche in 1anta lontananza i genovesi riputavansi al coperto da qualunque assalto nemico. Non fu difficile perciò al Soranzo il farsene padrone : ivi anche si trattenne dipoi, perciocché la stagione troppo inoltrata d'inverno non gli permise di ritornare a Venezia. E crebbe il freddo a tale intensità, che vi peri più della metà dell’ equipaggio, e soltanto al ricomparir della primavera potè il Soranzo ricondurre in patria gli avanzi della numerosa sua flotta. Da sì rimota lontananza tardò di mollo ad arrivare a Genova la notizia dell’avvenuto : ma quando vi giunse, non si tardò a metter mano ad un’armata formidabile, per cui riparare a tante perdile degli scontri passali e sbigottire collo straordinario apparato la veneziana possanza. Nè Venezia d’altronde se ne restava colle mani alla cintola : poderosa flotta diedesi a preparare ancor essa, per potere a tempo resistere a qual si fosse aggressione dell’ agguerrita rivale. C A P 0 VII. » Armamento delle due repubbliche. Rotta dei veneziani presso a Curzola. La rivalità dei genovesi e dei veneziani era giunta all’ ullimo colmo, nè poteva risolversi che con una fierissima guerra. Gli apparati scambievoli furono imponenti. Secondo le testimonianze di alcuni scrittori, i gonovesi avrebbero posto in mare una flotta di censessanta galere, ciascuna delle quali equipaggiata da circa du-gento uomini ; sicché ne risulterebbe una ciurma di trentadue in