AY>0 1280. 49 » sotto questo doge deliberarono di battere i ducali di finissi-» 1110 oro. » Ma di questa spiegazione, eli’ è pur naturalissima ed appoggiala a cento e cento documenti della nostra storia, non si appaga il traduttore del Darò, nell’ edizione di Capolago 1852 : e perciò, dopo di avere porlalo le surriferite parole del Tiepolo (i), soggiunge : « — Cosi il Tiepolo, il quale conforta la sua spiegazione » colla testimonianza di varii storici. Ma io penso, che qui come » in altri luoghi il Darò fa moslra di non aver ben inteso il diritto » pubblico di que’ tempi, clic supponeva negl’ imperatori una spe- • eie di tiiolo sovrano sulle provincie dell’ Italia, titolo derivato • dall’ illusione del nome d’ imperatore romano. Gli italiani, sin » presso alla sovversione di Carlo V, supposero sempre che gli • imperatori per antico ed ereditario diritto dell’ impero romano, » avessero sopra di loro una potestà, che dicevasi di alto dominio • e che in essi era un obbligo imprescrittibile di riconoscere quella • potestà, quand’ anche fossero coll’ imperatore in piena guerra, • o nulla avessero a sperare o temere di lui. Quindi non è mara-» viglia se vediamo le città lombarde confederarsi contro agl’ im-» peratori, mover loro un’ ostinata guerra, sconfiggerli, costrin-» gerii a trattati, e sempre dirsi obbedienti all’ alta giurisdizione » imperiale; e se troviamo spesse volte nella storia d’ Italia prin- • cipi assai più possenti di que’ lontani monarchi chiedere loro la • investitura degli usurpati o conquistati domimi. » I papi lungamente rivali degl’ imperatori nella suprema po- • testà temporale, vollero essi pure arrogarsi una giurisdizione di • sovranità politica sui popoli e sui re; c facendo valere che gli » imperatori non erano tali se dai pontefici non ricevevano il titolo • e la corona, vollero anche andar loro innanzi nelle pretese, a cui » diedero forza la superstizione e l’ignoranza. A quello stesso • modo, che un imperatore non si reputava imperatore se non era (i) Tom. II, Illusi razioni, pag. 35o e scg. VOL. III. 7