378 LIBRO XII, CAPO XIV. più «accreditali e più antichi, gli accusa di soverchia credulità e di spacciatori di panzane (1), e si accinge persino a correggerli, egli, che di panzane e di anacronismi e di assurdità, Ira quanti scrissero di storia veneta, può vantarsi di essere lo spacciator più solenne, ad onta che la sua diligenza sia tale che va proprio allo scrupolo (2), più per comporre, cred’ io, della nostra storia un romanzo, di quello che per farla da storico veritiero e leale. Ma, s’ egli non ha documenti, a cui appoggiare la sua storia; e lo confessa ripetutamente egli stesso; se reputa favoleggiatori gli storici nazionali, cui, a mio credere, egli non ha mai veduto; se l’autorità dei nostri archivii gli è sconosciuta; donde ha egli poi attintole notizie, di cui ha composto la sua veridica storia, e di cui ci vorrebbe fare ossequiosi veneratori ? E se i racconti del novello storico riescono per lo più manifestamente contrarii a ciò, che di giorno in giorno si registrava nei libri autentici o della cancelleria ducale o secreta, o dell’ avogaria del comune, circa le leggi, le attribuzioni, i processi attuali del Consiglio dei dieci; qual fede, per Dio, potrà mai meritar la sua storia ? Nè già si creda, che io abbia voluto smentire colle poche ragioni qui addotte le innumerevoli falsità, di cui trabocca la pretesa Storia del Consiglio dei dieci: finora non ne ho parlalo che in generale ; una più circostanziata confutazione ne devo intraprendere, se non in ogni sua parte e in ognuno de’ suoi errori, almeno nei più grossolani e solenni. La mia lealtà di storico ingenuo mi persuade a farlo, per non lasciar cader ncH’inganno chi sfortunatamente leggesse quelle sue pagine e non fosse in grado di conoscerne la falsità ; il decoro della mia patria lo esige, per non permettere ulterior corso alle mordaci calunnie di chi, invidioso della gloria di lei, la vorrebbe esposta continuamente al comune disprezzo; lo stesso mio sentimento di amor proprio mi vi obbliga, per rimovere da me la taccia, che allo scrittore di quella precisa-mente conviene,'ma ch’egli rovesciò invece sulla turba degli scrittori (i) Nel cap. Ili, pag 78. (2) Nella pag. fò