a*xo 1299—1304. 185 rendendosi padroni della navigazione di quel fiume, a dispello altresi delle cautele, che ne avevano preso i veneziani per esserne i soli. Air interesse delia navigazione aggiungevano i padovani il progetto di custodire come loro proprietà le saline, le quali, arricchendoli delle loro produzioni, ne danneggiavano il traffico, sostenuto per tanti secoli esclusivamente dai veneziani. E per meglio riescire nel loro divisamento, »’erano posti a fabbricare un castello, non troppo lungi da Chioggia, verso la foce di quel fiume. 1 veneziani giudicarono, che miglior partito non vi fosse da prendersi, per cui sventare il progetto dei loro avversarli, quanto costruire un argine, che impedisse l’ingresso dell’ acqua salsa nei canali, donde la traevano quelli per averne il sale. Se ne decretò la costruzione il di 7 gennaro 1303. Né di più avrebbero fatto i veneziani, se i loro nemici non avessero insistito colle armi alla mano. Le proteste scambievoli e le insinuazioni, perchè si rimettessero le cose nello stalo di prima, punto non valsero : fu necessaria una guerra, che durò quasi un anno. In essa si segnalarono particolarmente Giovanni Soranzo, Frosio Morosini, Marco Micheli, Giovanni Querini e Michele Morosini, i quali avevano parzialmente il comando sotto la condotta di Filippo Bellegno e di Roberto Morosini. Soffersero danni i due rivali bensi; ma ne sof-lersero di più i padovani. S’ interposero alla fine i signori da Ca-min, i trevigiani, Albertino dalla Scala, Guido Bonacosi capitano di Mantova, e in principalità il francescano fra Paolino da Milano, c si venne d’ambe le parti a pacifico accomodamento. 11 trattato di questa pace porta la data dell’ ottobre 1304. Trovasi nel codice Trevisaneo (1) una protesta altresì, che, in occasione di questa guerra, fecero i chioggiotti contro i padovani, a cagione di una palafitta, costrutta in quel fiume, sì che le loro barche non vi potevano navigare : ha il documento la data del dì penultimo di agosto 1303, ed esiste anche nel lib. I dei Patti (2). (t) Pap. 290. (a) J>ib. Factor J, nell' An i». gc*n a pag. i33.