I 12 LIHRO X, CAPO V. guerrieri cristiani, i quali dovettero alfine soccombere aneli’ essi. Non andò guari, che il solo luogo della città, ove ancora si combattesse, fu il castello del tempio, in cui eransi rifugiati tutti quei cavalieri, che avevano potuto fuggire dal ferro de’ saraceni. 11 sultano aveva loro concesso una capitolazione, per la cui esecuzione vi spedi trecento mussulmani. Ma appena costoro entrarono nella torre del gran mastro, eh’ era una delle principali, oltraggiarono le femmine, che vi si erano raccolte. Cotesta violazione del diritto delle genti mosse a tale sdegno i guerrieri cristiani, che tutti i saraceni venuti nella torre furono sull’ istante immolali ad una troppo giusta vendetta. Il sultano inviperito per questo fatto, comandò, che i cristiani fossero assediati nell’ ultimo loro asilo e tutti fossero posti a fìl di spada. Si difesero i cavalieri per molti giorni : alla fine, vedendo 1’ impossibilità di salvarsi, scavarono delle mine sotto la torre del gran mastro e la fecero crollare, nel momento, in cui i mussulmani le davano la scalata. Sotto le rovine di essa rimasero schiacciati e gli assalitori e gli assaliti, e collo sterminio loro fini P orrenda catastrofe di questa guerra fatale. Le ricche chiese di Tolemaide furono saccheggiate, profanate e finalmente distrutte, ed anche i pochi edilìzi e le torri, che vi erano rimaste in piedi, furono affatto demolite per ordine del feroce sultano. — » Una sola moschea, dice il nostro Sanudo, vi rimase in piedi, tutto il resto di quella doviziosa ed ampia città si cangiò in uno spaventevole ammasso di miserande macerie. CAPO V Funeste conseguenze di questa guerra. I danni, che cagionò ai veneziani 1’ eccidio di Acri, furono più funesti e più gravi di quelli, che ne soffersero le altre nazioni in quella città dimoranti : perchè, oltre alla perdita di tutte le incalcolabili ricchezze, che colà avevano ; oltre allo sterminio di tanti