— 37 — i cittadini illudendoli che i diritti di Fiume ita* rebbero stati rispettati purché D’Annunzio e i legionari uscissero dalla Città (quanti, anche in ottima fede, l’avevano creduto !). Ma il Comandante non s* illuse : solo, con noi pochi che gli eravamo più vicini, sostenne sempre la resistenza a ogni costo. Ma fu superata anche la triste ora di questo dissenso e ritrovammo tutti la concordia nel sacrificio : e tutti rimanemmo al nostro posto, impassibili. Vennero poi defezioni e tradi* menti di qualche capo e di qualche reparto ; 1’ insidia bolcevica col secondo sciopero generale, aizzato dalla raroataglia di Trieste, che serviva, •otto la maschera rossa del socialismo, gl* interessi dello straniero ; e poi la difesa accanita contro la conferenza di San Remo, che non potè concludere, come avrebbe voluto Cagoia, colla cessione di metà dell’ Istria e del Nevoso, perchè Fiume non aveva abboccato all’ inganno del dicembre e i legionari! armati facevano tuttora la buona guardia. E il Comandante ? A noi, che avemmo la ventura c l'onore di essere a fianco di Gabriele d'Annunzio durante tutto il sublime travaglio dell’epica impresa, a noi che fummo testimoni quotidiani dell’opera sua infaticata, della sua passione, del suo ardimento, a noi che potevamo essergli compagni nella morte, sia consentito di esprimere tutta la nostra ammirazione per Lui che difese il diritto della vittoria, oppose la luce dell’ Ideale alle mac-