— 14 — una coccarda dai colori italiani. La fanciulla gridò contro l'onta patita : alle sue grida accorsero, in sua difesa, e soldati nostri e cittadini ; e in difesa dei Francesi si slanciarono i negri mercenari. Dai bastoni si passò alle baionette, dalle baionette alle rivoltelle, dalle rivoltelle alle bombe a mano. L’ingiuria fu rintuzzata nel sangue. Episodio questo dolorosissimo, lotta tristamente fratricida, interamente provocata dagli altri. Ma per quanto nessuna colpa potesse attribuirsi al presidio italiano, i risultati della commissione d'inchiesta interalleata, della quale faceva parte il generale italiano di Robilant. furono (naturalmente !) a noi contrari. La legione fiu-maua fu sciolta e fu deciso di assottigliare il nostro contingente. Innanzi tutto fu deliberato l'allontanamento dei granatieri, colpevoli di amare troppo i Fiumani, e di esserne troppo riamati. Venne l'ordine della partenza per la mezzanotte del 24 agosto. E l'ordine provocò la indignazione di tutti i granatieri che non volevano partire come colpevoli o come fuggiaschi. Per intercessione del Consiglio Nazionale, il generale Grazioli che comandava allora le truppe interalleate, decise che i granatieri sarebbero partiti 1* indomani, alla luce del sole. La mattina del 23, fino dall'alba, tutto il popolo di Fiume si era rivenato sulle vie. Grandi cartelli erano stati affissi con queste diciture : > Granatieri di Sardegna, non ci abbandonate —