— 113 — terruppe finalmente la successione frenetica dei grandi alala, il Comandante incominciò a par* lare con un leggero tremito nella voce, così : « Compagni, io non avevo mai sentito così vivamente e frescamente la grazia dei fiori come ier sera qui, in questo luogo stesso. « Il Teatro era colmo di popolo, folto di ansia popolare, troppo angusto per tanta ressa ; e i miei Legionarii erano assenti. t Erano assenti ma rappresentati da una moltitudine di fiori, da una smisurata gloria di fiori guerrieri, che mi valevano tutte le corone murali, rostrali e castrensi. « Ogni fiore evocava la canna di un moschetto. E si pensava che ogni Legionario avesse tolto dalla canna del moschetto il suo fiore, come nelle nostre belle marce mattutine di primavera, per offrirlo. • Certo, i fiori vivono. I fiori sono creature viventi come la mano che li coglie in gentilezza. E i fiori di Fiume amano l'acciaio, amano sposarsi con l'arme. « Ma ¡creerà la vita di quei vostri fiori mi pareva quasi soprannaturale. Respiravano come un giovine battaglione in sosta presso una fontana, dopo la marcia. Ne sentivo l'alito e l'anelito con una commozione affettuosa che talvolta mi rompeva la voce. • Era tutta la vostra giovinezza, era tutta la vostra gentilezza intorno a me. Era tutta la vostra novità intorno alla cosa nuova che a.